di redazione CF
Nove. A Fermo da giovedì è molto più di un semplice numero, perché sono i voti incassati dall’ex presidente del Consiglio, Francesco Trasatti, all’esito delle votazioni del consiglio accademico del Conservatorio Pergolesi per l’individuazione del successore di Igor Giostra alla presidenza (leggi qui). E se il candidato alle Regionali con la lista a sostegno di Matteo Ricci, dovesse essere il designato dal Ministero per la presidenza, è molto probabile che la “via accademica” prevarrebbe su quella politica. In altre parole, Trasatti, vuoi anche per eventuali incompatibilità tra ruoli, potrebbe abbandonare l’ipotesi di una sua candidatura a sindaco.
Questo spianerebbe la strada, almeno nel Pd, a Luisanna Cola, l’ex primario candidata anch’essa alle Regionali, e che a Fermo ha incassato 1.178 preferenze contro le 894 del poi eletto Fabrizio Cesetti. Quello della Cola è un nome che sta sempre più prendendo piede in casa dem a Fermo. Un nome che farebbe anche da contraltare a Paolo Calcinaro, fresco di nomina ad assessore alla Sanità (che, si sa, sarà terreno di scontro anche in vista delle prossime Comunali, vedasi la vis sul tema che ci sta mettendo proprio Cesetti in consiglio regionale).
Ecco, capitolo Fabrizio Cesetti: lui non ha mai negato di non disdegnare la fascia tricolore del Comune capoluogo di provincia. Ma ormai le sue possibilità di concorrervi sono ridotte al lumicino, vuoi perché molti in casa dem se la sono segnata al dito quell’operazione per la sua candidatura (non era il nome espresso dai circoli che invece avevano scelto i vari Moira Canigola, Aronne Perugini, Nicola Loira e Chiara Croce), Partito che non era nemmeno per una deroga sul terzo mandato ma che alla fine se lo è ritrovato in lista, dopo un “colpo di coda” in extremis di Ceriscioli (con il silenzio assenso di Ricci). Cesetti, che ha ricoperto una sfilza di incarichi istituzionali, guarda caso ha deciso di trascorrere i suoi sabati mattina nella sede fermana del Pd per ascoltare i cittadini (scelta lusinghiera ma forse sarebbe stato più logico lanciare una campagna d’ascolto itinerante in tutta la provincia). E questa sua iniziativa è osservata molto da vicino da diversi esponenti dem, quasi un banco di prova, un test che se si rivelerà negativo potrebbe finire sul tavolo delle trattative per bocciare una sua candidatura o quella di un nome da lui proposto. In casa centrosinistra inizia poi a circolare anche il nome, da non prendere sottogamba da parte di eventuali competitor, del giornalista, ormai in pensione, Maurizio Blasi. Ma, insomma, a distanza di una manciata di mesi dal voto (previsto per la primavera 2026) il quadro a sinistra è tutto da definire.
Stesso dicasi nel centrodestra. Beh certo, il nome più in auge per cercare di raccogliere il testimone del sindaco uscente Paolo Calcinaro (che lascerà ufficialmente la fascia tricolore il prossimo 18 dicembre), e dare così una continuità al suo operato, è l’assessore Alberto Scarfini. Un fedelissimo del sindaco uscente, che ha dimostrato di saper incassare preferenze e che, tra sport e soprattutto la delega al bilancio, in questi anni ha avuto la possibilità di studiare da sindaco. Ma non si pensi che in casa del centrodestra e delle civiche vicine all’amministrazione il suo nome passi d’ufficio solo perché magari “benedetto” da mister 9,311 preferenze, ossia Calcinaro. Le forze in campo che hanno dato un signor contributo all’amministrazione Calcinaro, vedasi Fermo Si Muove, movimento che ha in regia Giovanni Lanciotti e che ha espresso due consiglieri e un assessore, potrebbero volere (legittimamente) un confronto, una concertazione. Stesso dicasi per i Partiti che stavolta vogliono correre con i simboli.
Altri nomi? Beh da settimane, per non dire mesi, girano quelli degli assessori Alessandro Ciarrocchi e Mauro Torresi a cui nelle ultime settimane si sono aggiunti anche quelli delle assessore Annalisa Cerretani, Mikol Lanzidei e Mariantonietta Di Felice (sì, vero, praticamente tutta la giunta fatti salvi Ingrid Luciani e Mirco Giampieri). Chi come espressione di partito (vedasi Torresi che potrebbe essere la bandiera di FdI) chi di un qualche movimento civico. A proposito di Torresi. Lui non sembrava (almeno fino a qualche mese fa) intenzionato a candidarsi a sindaco. Ma, se è vero che l’appetito vien mangiando, questi mesi che trascorrerà con la fascia tricolore potrebbero fargli cambiare idea. Di certo qualcosa si muove.
E qualche malalingua sta anche cercando di trovare una connessione tra le operazioni pre-elettorali e il cambio alla regia della Cavalcata dell’Assunta, con Gabriele Claretti subentrato ad Adolfo Leoni, colui che ha rilanciato la Cavalcata sia nell’immagine che in termini storiografici. E che tanto piace(va?) proprio a Mauro Torresi. Un “fulmine a ciel sereno”. Che senso aveva questo cambio? In tanti se lo stanno chiedendo a Fermo, nelle cui vie e piazze sta riecheggiando anche il nome dell’ex sindaco Saturnino Di Ruscio. Sì, in effetti, anche il suo nome, dopo lo strappo con FdI sta circolando come papabile candidato alla carica di primo cittadino, da contrapporre a un eventuale erede “delfino” di Calcinaro.
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