«Fermo, rissa in piazza con machete: più sicurezza prima che i reati accadano» L’allarme e le richieste dei Sim Carabinieri

FERMO - Dopo un nuovo episodio di violenza registrato sabato notte, il sindacato dei carabinieri avanza le proprie richieste e preoccupazioni

«Nelle scorse ore gli organi di stampa hanno riportato la notizia di una violenta rissa notturna in piazza del Popolo a Fermo: una quindicina di giovanissimi, anche minorenni, armati di bottiglie, sedie, coltelli e perfino machete, con danni ingenti ai locali e grande paura per residenti e avventori. L’intervento congiunto di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza ha permesso di interrompere gli scontri, identificare alcuni dei partecipanti e denunciare due persone, una delle quali trovata in possesso di un machete, l’altra con sostanze stupefacenti. Ma chiediamo più sicurezza prima che i reati accadano». E’ quanto chiedono dal sindacato Sim Carabinieri, guidato dal segretario regionale Paolo De Angelis.

«Le eventuali responsabilità penali restano ovviamente rimesse all’Autorità giudiziaria; le persone denunciate devono considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Ma è un episodio che cambia la percezione della città. Come Sim Carabinieri Marche non possiamo nascondere una fortissima preoccupazione: vedere bande che si affrontano a colpi di bottiglie e machete nel cuore di Fermo, in piazza del Popolo, richiama più l’immagine di una periferia di una grande metropoli che – rimarcano nella nota dal sindacato dei carabinieri – non quella di un capoluogo di provincia delle Marche, con circa 36mila abitanti e un centro storico che è sempre stato percepito come il “salotto buono” del territorio. E non è solo la gravità oggettiva dell’episodio a preoccupare, ma il fatto che, secondo quanto riferito da esercenti e residenti, non si tratterebbe di un caso isolato, bensì dell’ennesimo segnale di un disagio che si manifesta sempre più spesso in forma di violenza giovanile e degrado urbano».

Poi il plauso, da parte del Sim, alle Forze dell’Ordine: «Il controllo del territorio funziona. È doveroso, prima di ogni altra considerazione, rivolgere un plauso alle Forze dell’Ordine intervenute: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza che, grazie al piano di controllo del territorio, sono riuscite a interrompere rapidamente la rissa, evitare conseguenze peggiori per le persone presenti e assicurare alla giustizia alcuni dei presunti responsabili. Questo dimostra che il dispositivo di controllo del territorio funziona quando si tratta di reprimere il reato in atto. Ma la vera sfida, oggi, non può più essere solo la repressione: deve diventare la prevenzione». 

L’analisi si sposta poi sulla città di Fermo che, sottolineano dal Sim, «è un capoluogo di provincia: la sicurezza non può essere un optional. Questo ruolo di capoluogo comporta responsabilità e funzioni che vanno ben oltre il ruolo di una “cittadina di provincia”: il centro storico è luogo di movida, di eventi culturali, di turismo e di aggregazione per tutto il Fermano. La legge quadro del 1986 sulla polizia municipale e i successivi indirizzi applicativi indicano, per i capoluoghi di provincia, parametri di organico di polizia locale che si attestano indicativamente almeno intorno a 1–1,2 operatori ogni 1.000 abitanti, con il valore di 1,2 spesso assunto come riferimento per i capoluoghi. Se prendiamo come base una popolazione di circa 35.800 abitanti, per Fermo questo significa non meno di 42 operatori di polizia locale dedicati a garantire sicurezza urbana, presidio delle piazze, viabilità e decoro. Come Sim Carabinieri Marche vogliamo essere molto chiari: non facciamo politica, non entriamo nelle dinamiche di maggioranza o opposizione, ci limitiamo a leggere i dati oggettivi e le conseguenze che hanno sulla sicurezza dei cittadini e sulla serenità dei colleghi in uniforme». 

Paolo De Angelis

La sicurezza, si sa, fa rima con tutte le sfaccettature e dimensioni di una qualsiasi città, dal commercio al turismo, fino alla promozione. «Turismo sì, ma con la sicurezza allo stesso livello di priorità. Siamo i primi a riconoscere e apprezzare gli sforzi compiuti, negli ultimi anni, per promuovere il turismo, valorizzare il centro storico, riempire piazza del Popolo di eventi, mercatini, iniziative culturali. Ma più cresce l’attrattività di una città, più aumentano flussi di persone (residenti, turisti, giovani che frequentano i locali), esigenze di controllo e prevenzione, situazioni potenzialmente critiche, specie nelle ore notturne. A chi siede nelle istituzioni locali poniamo una domanda semplice e concreta: gli stessi investimenti che, giustamente, sono stati fatti per promuovere il turismo sono stati fatti anche per rafforzare la Polizia Locale? Perché è bene ricordare che la Polizia Locale è l’unico segmento delle forze di sicurezza su cui la politica comunale può intervenire direttamente in termini di organici, turnazioni, presenza in strada, mentre su Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza le scelte spettano al livello nazionale». 

Focus sul ruolo degli agenti della Polizia municipale che per il Sim hanno un «ruolo insostituibile. La Polizia Locale non è un “di più”:  è il baluardo di prossimità del Comune sul territorio, è lo strumento principale per presidiare piazze, parchi, aree della movida, è l’anello fondamentale di congiunzione tra Amministrazione comunale e sistema complessivo della sicurezza. Se mancano pattuglie di Polizia Locale nei momenti e nei luoghi sensibili, l’intero sistema si sbilancia: le Forze di polizia dello Stato sono costrette a intervenire sempre e solo in emergenza, quando il reato è già in corso, invece di lavorare in sinergia su prevenzione, controllo discreto e immediato contenimento delle situazioni a rischio». 

Ma l’analisi del Sim travalica anche le mura comunali: «Il confronto con i Comuni vicini? Una domanda scomoda ma necessaria. Basta guardare a realtà vicine come Porto Sant’Elpidio, che in occasione di eventi e momenti critici riesce a garantire un dispositivo di pattuglie di Polizia Locale strutturato, visibile e continuativo sul territorio. Allora la domanda, per Fermo, è inevitabile: perché altrove si riesce a mettere in campo una presenza efficace di Polizia Locale e qui no? Perché, in una piazza simbolo come piazza del Popolo, si arriva così spesso a dover intervenire solo quando i tavoli volano e i machete sono già in mano? Come organizzazione sindacale dei Carabinieri esprimiamo preoccupazione profonda per l’evoluzione del quadro della sicurezza a Fermo; ribadiamo la nostra vicinanza ai colleghi di tutte le Forze dell’Ordine che, nonostante organici ridotti e carichi di lavoro crescenti, continuano a garantire interventi tempestivi; chiediamo che la sicurezza urbana torni ad essere una priorità di governo locale, al pari, se non prima, della promozione turistica. Non spetta a noi indicare soluzioni tecniche o scelte di bilancio: spetta però al Sim Carabinieri Marche segnalare con forza che quanto accaduto in piazza del Popolo non può essere archiviato come l’ennesima “ragazzata”, ma come il sintomo di un problema strutturale di presidio del territorio. Chi vive a Fermo, chi lavora nei suoi locali, chi la sceglie per passarci le vacanze o una semplice serata, ha diritto a una cosa molto semplice: poter godere del “salotto” della città senza la paura che, da un momento all’altro, una piazza diventi un ring. E perché questo accada, servono scelte chiare e coraggiose, oggi. Non dopo la prossima rissa».

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