Cucina italiana riconosciuta patrimonio dell’umanità, Castelli: «Frutto di natura e cultura»

IL RICONOSCIMENTO riservato dall’Unesco alla cucina italiana come patrimonio dell’umanità ha ottenuto oggi il via libera unanime  del Comitato Unesco riunito a Nuova Delhi

Guido Castelli al Festival Tipicità

La cucina italiana è stata ufficialmente riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco. E tra le prime voci istituzionali a gioire, c’è quella del Commissario al sisma 2016, il senatore Guido Castelli.

«Il riconoscimento riservato dall’Unesco alla cucina italiana, come patrimonio dell’umanità,  grazie al percorso intrapreso dal ministro Francesco Lollobrigida con il ministro della  Cultura Alessandro Giuli e l’intero Governo Meloni, ha ottenuto oggi il via libera unanime  del Comitato Unesco riunito a Nuova Delhi. E’ motivo di legittimo orgoglio per il nostro  Paese e – rimarca il commissario Castelli – un invito a guardare con rinnovata cura le nostre “radici” che sono alla base della  qualità del nostro cibo. Secondo la decisione assunta dall’Unesco, la cucina italiana è una  “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, “un modo per prendersi cura di sé stessi  e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità  uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda». 

 

Per l’Italia è una sollecitazione, secondo Castelli, «a rinnovare l’attenzione verso la qualità della produzione  agricola, come premessa per una qualità della produzione alimentare. Come ebbe modo  di dire la premier, Giorgia Meloni: “Vogliamo essere impegnati anche nella sicurezza e  incolumità alimentari, non solo dunque alimenti per tutti ma assicurare alimenti sani per  tutti”. C’è una sovranità alimentare da recuperare, che tra l’altro è ricca di storia e di  ricerca.  La qualità del nostro cibo è fatta di cultura e di natura. E’ fatta di attenzione a sé stessi e ai  propri vicini, è fatta di tradizioni “a chilometro zero”. La dieta mediterranea, che è parte e  frutto della cucina italiana, si fonda sulla qualità dei prodotti dell’agricoltura e  dell’allevamento, soprattutto rivolto alla produzione del latte e dei suoi derivati.  L’agricoltura (e la silvicoltura) è da sempre l’attività primaria di relazione produttiva tra uomo e natura. Nella ricostruzione e riparazione dell’Appennino centrale dopo il sisma del  2016 – aggiunge il commissario – abbiamo spesso modo di verificare quanta parte hanno le attività agricole nella conservazione, “difendi conserva prega” diceva Pasolini, della vita delle nostre comunità.  La presenza di attività agricole, non da latifondo, favorisce anche gli insediamenti animali,  messi a rischio dalla deforestazione. Le pratiche agricole diversificate, se condotte dall’uomo in ascolto e nel rispetto del luogo in cui si impiantano, possono sostenere nel  tempo la crescita a lungo termine di molte specie della popolazione animale sensibili legate alle foreste e che si nutrono di insetti. Numerosi studi attestano infatti che i benefici di  pratiche agricole diversificate per la biodiversità possono accumularsi nel tempo e che tali  pratiche conservano un potenziale vitale per il futuro ripristino. La cucina italiana non è solo frutto della creatività, pur ammirevole, di rinomati chef  italiani, ma è l’esito di un lungo percorso di feconda relazione tra Uomo e Natura, con  l’obiettivo della salute delle persone e dell’ambiente».

L’orgoglio anche del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. «Il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità è un motivo di profondo orgoglio per il nostro Paese: un tributo alla qualità straordinaria dei nostri prodotti e un attestato al valore culturale e identitario che la nostra cucina porta con sé. I saperi artigianali e la trasmissione intergenerazionale delle tecniche della nostra tradizione culinaria sono parte integrante della storia italiana. Nelle nostre scuole questo patrimonio vive ogni giorno sia nei percorsi degli istituti alberghieri e agrari sia nelle attività di educazione alimentare che avvicinano i giovani alla ricchezza delle loro radici. Il riconoscimento dell’Unesco è anche merito del lavoro straordinario che ogni giorno viene fatto nelle nostre scuole tecniche e professionali, valorizzando le tradizioni con uno sguardo aperto all’innovazione e al futuro. Ringrazio tutti coloro che contribuiscono a mantenere vivo questo nostro straordinario patrimonio, simbolo di creatività e identità nazionale».


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