Il questore Eugenio Ferraro si presenta: «Il Fermano? Una realtà serena». Focus su violenza di genere e terza età (Videointervista)

FERMO - Due obiettivi segneranno la presenza del neoquestore Eugenio Ferraro nella provincia di Fermo. Lo ha chiaramente detto in conferenza stampa questa mattina, presentandosi e, soprattutto, anticipando la linea su cui intende muoversi nei prossimi anni, al netto di quello che è e resta il ruolo della Polizia. In un territorio «affascinante e che personalmente non conoscevo, anche se ho origini marchigiane» ha esordito Ferraro, alla sua prima esperienza come Questore, ma con un carriera trentennale da poliziotto navigato alle spalle.
L'intervista al nuovo questore di Fermo, Eugenio Ferraro

Il questore Eugenio Ferraro

di Sandro Renzi (video e foto Simone Corazza)

Due obiettivi segneranno la presenza del neoquestore Eugenio Ferraro nella provincia di Fermo. Lo ha chiaramente detto in conferenza stampa questa mattina, presentandosi e, soprattutto, anticipando la linea su cui intende muoversi nei prossimi anni, al netto di quello che è e resta il ruolo della Polizia. In un territorio «affascinante e che personalmente non conoscevo, anche se ho origini marchigiane» ha esordito Ferraro, alla sua prima esperienza come Questore, ma con un carriera trentennale da poliziotto navigato alle spalle. Anche con incarichi delicati che lo hanno visto in prima linea nel garantire, ad esempio, l’ordine pubblico in occasione di eventi internazionali come il G7 di Brindisi. Come non partire allora dalla realtà territoriale che si troverà ad affrontare e a “sorvegliare”. «Serena» la definisce, senza perdere di vista anche i più piccoli allarmi che possono arrivare dalla comunità e «che dobbiamo sempre contestualizzare, senza sottovalutare nulla, perché pure un furto in appartamento può tramutarsi di fatto un allarme sociale».

Il questore Eugenio Ferraro

Prevenzione, percezione della sicurezza, ordine pubblico sono concetti ormai che fanno parte del dna di un poliziotto e sui quali non c’è più bisogno di soffermarsi. Gli obiettivi che il Questore Ferraro si è prefissato e che sono stati condivisi con tutto il personale che opera a Fermo sono, come detto, due ed è su questi che si accende un faro. C’è il tema di caratura nazionale che riguarda la tutela delle donne. Il Questore intende perseguirlo «in modo concreto anche portando delle piccole innovazioni. Il codice rosso deve essere un obiettivo che travalica quelli che sono protocolli e leggi, la lotta alla violenza di genere deve essere prima di tutto un approccio culturale, un habitus mentale» racconta, da affiancare agli iter istituzionali ed alle competenze che sono in capo al Questore. Per tale motivo porte aperte alle associazioni e a quella parte del terzo settore che di questi argomenti si occupa «per sviluppare insieme altri programmi e capire cosa si possa fare di più in concreto. Ho già visto molto fermento in tale senso. La Polizia deve poter andare oltre e contribuire sì alla sicurezza ed alla tutela ma attraverso un network, vogliamo essere insomma attori e soggetti protagonisti. Vogliamo una cultura della sicurezza e della tutela».

Secondo obiettivo a cui Ferraro lavorerà nella sua nuove veste di Questore nella provincia di Fermo è la messa a terra di strumenti per supportare la terza età. Il tema, tristemente noto e ricorrente, è quello delle truffe ai danni degli anziani. Parte da un episodio particolare, il Questore, avvenuto qualche giorno fa quando un’anziana ha fermato per strada una volante ed ha regalato dei panettoni agli agenti. «Per loro dobbiamo essere un baluardo. Spesso gli anziani sono soli, le famiglie di una volta non ci sono più, e ci vedono come un punto di riferimento. Allo studio ho un progetto che spero di poter svelare il prossimo anno e che punta a portare la Polizia dagli anziani, non attendere che siano quest’ultimi a venire in Questura».

L’idea, insomma, appare essere in tutti i campi quella di una Polizia “proattiva”, come la definisce lo stesso Ferraro, presente sul territorio ma in maniera discreta. Pensare di militarizzare un provincia piuttosto che un quartiere non risolve certo il problema della criminalità. Lo sa bene, come sa bene anche che gli organici vanno comunque rimpolpati. «Lo sforzo del dipartimento è fare assunzioni anche nel Fermano oltre che in altre province.  Sono fiducioso che possano quindi arrivare nuove risorse. Ma la sicurezza non è solo un problema di numeri o presenza fisica. Ma anche di qualità degli interventi per affrontare i problemi in maniera analitica, per andare a colpire gli autori dei reati. Ho lavorato in molti quartieri a rischio e guai a creare un ghetto, ci vuole presenza di forze dell’ordine ma non la militarizzazione». Ovvio, se c’è un camper della Polizia in una strada o in una piazza, la cosa non può che far piacere ai cittadini. «Mi piacerebbe però mettere un camper non necessariamente solo nelle piazze a rischio, perché deve diventare pure un’occasione per incontrare la gente, interagire, fare prevenzione. Ieri una volante ha notato una ragazza nell’abitacolo di un’auto, appoggiata al volante. Gli agenti si sono fermati ed hanno chiesto cosa fosse successo. La ragazza, dopo essere stata accompagnata in un bar, ha spiegato di aver troncato il rapporto col fidanzato e di essere in crisi. Gli agenti hanno poi optato per accompagnarla in ospedale. Ebbene, un approccio così è fondamentale da parte del nostro personale. Chiedo quindi rispetto verso uomini e donne delle forze dell’ordine».

 

Ma non basta. «Siamo una Polizia efficiente e ci sentiamo parte integrante del territorio. Non possiamo fermarci all’autore di un reato ma scoperchiare il sistema sempre sotto il cappello dell’autorità giudiziaria» tiene a rimarcare Ferraro «il problema della sicurezza insomma non deve essere delegato solo alle forze dell’ordine». Per questo motivo, passate le feste, il Questore incontrerà anche gli esercenti e chiederà loro la collaborazione nel creare una politica della sicurezza. Il riferimento, manco a dirlo, è agli ultimi episodi di risse che hanno avuto per teatro Piazza del Popolo a Fermo, ma che nel periodo estivo interessano soprattutto la costa quando la movida dei giovani finisce sotto la lente d’ingrandimento. «Poi mi piacerebbe incontrare le famiglie; credo che un ragazzo minorenne ad una certa ora della notte potrebbe tornare a casa. Valuteremo se fare dei protocolli con il coinvolgimento di tutti». Sul fronte dei rapporti istituzionali massima intesa con il Prefetto D’Alascio «che conosce bene la realtà e mi ha già indicato le priorità che emergono dal territorio. Parliamo della prevenzione affinché non si verifichino determinati fenomeni come estorsione e usura e di una parte del territorio meritevole di più attenzione» dice il Questore senza sbilanciarsi troppo ma auspicando la collaborazione della Polizia locale. Infine capitolo festività: c’è già stato un tavolo con le altre forze dell’ordine ed è stato stilato un calendario per il periodo che va dal 23 dicembre all’epifania. «Con un’attenzione particolare per alcune date che coincidono con le feste principali e determinati eventi. Saranno attivati servizi interforze» chiosa il Questore.


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