Fabrizio Vallesi in gol per la 32esima stagione consecutiva: «Il gol è innato in me, continuerò finché avrò stimoli»

CALCIO - L'attaccante classe 1978, sabato segnando con la maglia della Sangiorgese, ha aggiornato il proprio record. «Segnare è una cosa che mi è sempre piaciuta fin da piccolo, è innata in me e quando accade ti da un carica dentro, una sensazione che poche altre cose danno»

Fabrizio Vallesi è un vero e proprio highlander del gol, il bomber classe 1978 infatti, sabato scorso è andato in rete con la maglia della Sangiorgese (Prima Categoria), aggiornando così il proprio score che lo vede in gol per la 32esima stagione consecutiva. 

A 47 anni non hai ancora perso il vizio del gol, qual’è il tuo segreto?

«Non c’è un vero segreto, è una cosa che mi è sempre piaciuta fin da quando ero piccolo, è innata in me e quando accade ti da un carica dentro, una sensazione che poche altre cose danno. Ogni goal ti da la voglia di provare a farne altri. Quindi cerco sempre di farmi trovare pronto, cercando di stare bene fisicamente facendo una vita regolare, tra famiglia e lavoro. Allenarsi, fare sacrifici e rinunce ed essere sempre positivo sono le mie qualità, perché ci saranno momenti difficili, ma poi verranno sempre quelli positivi. Non pensare tanto alla lunga ma partita per partita, settimana in settimana, cercando di dare sempre il massimo per me e per la squadra».

 

Tante le casacche indossate nella tua lunga carriera tra Prima Categoria e Promozione, da Altidona alla Sangiorgese, passando per Campiglione, Monterubbiano, Petritoli e non solo. Quali le esperienze che ricordi con più soddisfazione?

«In tutte le squadre dove ho giocato ho avuto sempre delle esperienze, che mi hanno lasciato qualcosa che porterò sempre con me, perché c’è sempre da prendere qualcosa da tutti, compagni di squadra, mister, dirigenti,magazzinieri, ecc. Non me ne vogliano le altre squadre, ma penso la stagione 2008/9 al Campiglione calcio in Prima Categoria, riuscimmo nell’impresa, penso unica nel suo genere, di conquistare uno storico quadriplete: Campionato, Titolo regionale, Coppa disciplina e Coppa Marche, come non bastasse, io vinsi anche la classifica cannonieri con 23 reti».

Quest’anno sei ripartito dalla Sangiorgese, per l’ennesima sfida della tua carriera, cosa ti spinge ad andare ancora in campo e non ritirarti?

«La passione e la competizione che mi da grande stimolo, e il bel rapporto che ho avuto sempre con i miei compagni. Cerco sempre di essere all’altezza della situazione, mettendomi sempre in discussione. Finché mi sento bene continuerò, quando non avrò più stimoli mi fermerò. Sento che posso dare ancora qualcosa a questo fantastico mondo, che oramai è una parte di me».

In tutti questi anni hai vissuto tante situazioni e generazioni, a tuo avviso il calcio dilettantistico è cambiato? se sì, come? Che effetto ti fa giocare al fianco di ragazzi che potrebbero essere tuoi figli?

«Si è cambiato molto, si punta molto sulla fisicità in generale e sempre meno sulla tecnica individuale, ce sempre più tatticismo che ostruisce la crescita dei ragazzi e quindi al nostro futuro calcistico. Noi che siamo più avanti con l’età dobbiamo cercare di trascinare questi giovani ragazzi che devono diventare i protagonisti del nostro calcio, cercando di venire ad un dialogo costruttivo che li invoglino a proseguire il percorso e magari a mettere il calcio come prima cosa negli impegni della vita, un po’ come lo è stato per me ed altri coetanei. Ora sono purtroppo distratti da altre situazioni e a volte non è neanche colpa loro. Nella squadra attuale, ma anche in quelle precedenti, ho incontrato sempre bravi ragazzi, cerco di spronarli e dargli dei consigli per quello che posso, che magari se recepiti nel giusto modo potranno servigli in futuro, soprattutto nei momenti difficili che nello sport così come nella vita sono sempre presenti. Insomma stare in mezzo ai giovani mi piace e mi mantiene giovane nel fisico e nello spirito».

di Matteo Achilli


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