Il consigliere comunale Nicola Lucci è intervenuto in merito a quanto avvenuto nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale di Fermo. «La discussione sugli ultimi due punti all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale, si è svolta in un clima a dir poco surreale, a seguito dell’uscita dall’aula del gruppo di minoranza di sinistra, ad eccezione di due consiglieri rimasti ai loro posti. L’abbandono era motivato dalla richiesta di rinviare la trattazione dei punti a una successiva seduta del Consiglio: una richiesta che considero legittima e che condividevo anch’io, anche perché il dibattito era già in corso da oltre quattro ore e i temi avrebbero richiesto maggiore tempo e attenzione, soprattutto vista l’ora tarda. Il presidente del Consiglio Pascali, ha fatto votare sulla proposta di rinvio; a quel punto la maggioranza del neosindaco Torresi, si è mostrata compatta nel respingerla, decidendo di proseguire la seduta nonostante le rimostranze di tutta la minoranza, da destra a sinistra. Pur comprendendo l’amarezza, quella scelta di uscire dall’aula mi è apparsa affrettata e anche come un pretesto per evitare il confronto nel merito. A quel punto ho scelto di restare fino a tarda notte anche se il rinvio sarebbe stata la soluzione corretta».
Poi Lucci entra nel merito dei punti discussi: «Il primo riguardava lo spostamento della Steat dall’area Santa Lucia alla Girola. Ho espresso tutte le mie perplessità sulle ricadute urbanistiche e sulla visione complessiva di programmazione della città. Sappiamo così che il futuro della Steat sarà alla Girola, ma resta completamente irrisolta la questione dell’area di Santa Lucia. Dalla maggioranza non è arrivata alcuna proposta su cosa si intenda fare di quell’area una volta che l’azienda si sarà trasferita. Le scelte urbanistiche non possono essere affrontate “a compartimenti stagni”. Si sta riproponendo lo stesso copione già visto con l’ex ospedale Murri: tutti sappiamo che verrà trasferito a Campiglione, ma continuiamo a non sapere cosa si intenda fare dell’attuale immobile. Inoltre il Comune di Fermo cede aree a verde pubblico a servizio della zona Girola per la realizzazione di capannoni e parcheggi, ricevendo in cambio dalla Steat l’area verde del Parco di Monte Cacciù, notoriamente più scomoda, poco fruibile e con costi di manutenzione molto elevati. È facile immaginare che, negli uffici della Steat, qualcuno abbia festeggiato per essersene liberato».
La seconda questione è quella dell’area Respighi. «Qui la Coop ha richiesto al Comune di chiudere due piani di porticati per ricavare oltre 2.000 metri quadrati di superficie commerciale in più da destinare al cosiddetto commercio di prossimità. La richiesta avanzata oggi dalla Coop al Comune di Fermo sembra, di fatto, un tentativo di recuperare ciò che era stato tolto in sede giudiziaria».
«L’ampliamento della superficie commerciale comporterebbe un aumento delle aree a parcheggio, con la conseguente eliminazione di tutte le zone verdi attorno all’edificio per fare spazio all’asfalto. Si tratta di una scelta urbanistica che richiama alla mente gli errori più gravi degli anni ’70 e ’80. Come compensazione, la Coop cederebbe al Comune alcuni terreni a nord di via Respighi, con 1.000 metri quadrati di parcheggi e 2.000 metri quadrati di verde. Tra l’altro l’area indicata come “verde” è già oggi occupata da un parcheggio, tra l’altro non viene specificato che tipo di verde si voglia realizzare vista che l’area rimanente rispetto al parcheggio è piuttosto in pendenza. Alla luce di tutto questo, un rinvio anche di questo punto all’ordine del giorno non era solo opportuno, ma necessario. Considerata anche la fretta con cui il provvedimento è stato portato in Consiglio, sia dal punto di vista amministrativo che tecnico, parlare di superficialità non sarebbe affatto eccessivo».
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