Yuasa Battery, coach Ortenzi guarda al futuro

SUPERLEGA - Il tecnico della compagine di Grottazzolina: «Dobbiamo trovare quegli automatismi che ancora non ci sono». Ed ora un trittico di tutto rispetto a cavallo delle festività natalizie

GROTTAZZOLINA – Sono giornate intense in casa Yuasa Battery preso atto che neanche le festività natalizie mettono un freno a un calendario di Superlega che viaggia a ritmi serrati.

La Yuasa sarà protagonista fino al prossimo 10 gennaio di tre sfide di altissimo valore per la classifica e non solo. L’inizio è di quelli da far tremare i polsi il 26 dicembre in casa della corazzata Verona, in un Santo Stefano dal coefficiente di difficoltà altissimo. Il ritorno al Palasavelli è in programma invece domenica 4 gennaio alle 18.00, quando ci sarà un match dal peso specifico enorme come quello contro Cisterna, una diretta concorrente che all’andata ha visto la Yuasa, in terra laziale, conquistare il primo punto stagionale. Per sabato 10 gennaio è invece in programma la trasferta a Cuneo, altro match che assume un peso specifico altissimo. Una serie di sfide fondamentali in chiave classifica con l’obiettivo di andare a centrare la prima vittoria stagionale.

Chiaro il punto di vista di coach Massimiliano Ortenzi in vista dei prossimi impegni: «Andiamo a Verona dove ci attende una squadra decisamente molto forte ma noi abbiamo la necessità di continuare a concentrarci nella nostra metà campo e su noi stessi. Dobbiamo andare a ricercare e trovare quegli automatismi che ancora facciamo fatica a portare avanti gara dopo gara. C’è la necessità di andare a Verona con lo spirito giusto ovvero cercare di portare via qualcosa di buono se arriverà l’occasione». Poi il rientro sull’andamento del match contro Milano che ha vissuto passaggio chiave nel secondo set. «Milano ha spinto forte al servizio sia all’inizio sia alla fine. La nostra è stata una partenza difficile ma ci siamo rimessi in gara piazzando dei singoli break. Nel secondo siamo stati in gara senza mai concretizzare le situazioni di break point, tra l’altro con la difesa in mano per il 24 pari, ma abbiamo fatto confusione in ricostruzione. Chiaro che facciamo fatica sopratutto se subisci 13 errori diretti: diventa molto complicato reggere il ritmo in quel contesto. Quando sei con questa grande pressione in ricezione, attacchi palloni scontati e devi aver pazienza, invece ci siamo fatti prendere dal nervosismo e dalla foga di chiudere il punto subito. Non abbiamo sfruttato le occasioni che ci eravamo creati con il servizio e con la difesa».


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