Natale, “trittico” di poesie di Giuseppe Fedeli

Giuseppe Fedeli

di Giuseppe Fedeli

Un Natale diverso

Difficile pensare un Natale diverso
i marciapiedi che riflettono le luci
dell’albero che svetta lì da presso.

Strade luccicanti di lacrime ignote
le voci bianche di verso in verso
risuonano di canti, e gioiose note…

Verrà la mezzanotte, ma non da adesso
metteremo il ceppo grande sul camino.
Aspettiamo che diradi la bruma:

e, sotto un cielo che più non alluma,
quando sarà, saremo lì, fin quando bruci
il ceppo, ch’è già l’alba di un nuovo mattino.

 

Adagio

Nell’attesa di un uomo generato Dio
adagio i grani adagio del rosario
sì che ne vibrano i giorni del calendario.

All’eco di un lontano scalpiccio
mi immergo nella contemplazione
d’una Luce, solare sola mia consolazione.

Da sempre nasce in una povera capanna
dai monti i pastori scendono in coro
e come al Bambinello s’inginocchiano, oro

e incenso dalle arse pergamene
s’effondono, in una spirale che non affanna
la Notte, e quelle che saranno notti serene

 

Un soffio di gelo (notte del ventiquattro dicembre)

Un soffio di gelo s’azzurra
è bianca la valle, incantata
di voli invisibili sussurra.
In questa immagine naïve
l’attesa ogni anno rivive
il miracolo di una Annunciazione
che si fa carne e gioia, passione
di terra e sangue, e sorte increata.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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