di Giuseppe Fedeli *
Il Silenzio come antidoto al rumore del mondo
“Io ho un solo confidente, è il silenzio della notte. E perché è mio confidente? Perché il silenzio tace”(S. Kierkegaard, Diapsalmata).
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Ci sono alcuni luoghi, nel mondo, in cui si comprende il senso più profondo del silenzio. E del sacro. “Può svanire la percezione del tempo attuale. E trovare spazio, in quella dimensione che per comodità chiamiamo anima, un tempo più dilatato e diverso (…)”
Oggi, invece, si tende ad allontanare il silenzio, quasi reificandolo. Perché il silenzio mette a nudo la vacuità del proprio essere, e per ciò stesso incute paura. Sicchè, pur di non stare in silenzio, ci si con-fonde nelle più disparate e ossessive fonti sonore. Distrazioni che fungono da palliativi, da strumenti di sopravvivenza destinati prima o poi a cadere, e a svelare l’autenticità del silenzio: l’habitat, l’abito più vero dell’uomo. Prendiamo le corse sfrenate all’aprossimarsi delle festività natalizie: generano solo stress e frustrazione. Api di un favo impazzito, si corre si corre verso una meta insensata, in una sorta di coazione a fare, a dispensare regali sorrisi messaggini varî. Così sprecando energie ed anima. Occorre sedersi e meditare, per un sano esercizio di detox, come si dice. Perché il silenzio è una presenza, viva, palpitante, non una assenza. Bisogna però allenarsi a questo: il silenzio, come abbiamo visto, a molti fa paura, deve essere, a sua volta, silenziato. Basta concedersi qualche minuto per sé. Perché il silenzio parla. Si fa ascoltare e sana.
È una dimensione connaturale all’uomo: il parto generativo e il suo approdo ultimo.
Ps
Il silenzio dell’anacoreta. Il silenzio ascetico di chi, rifiutato il mondo, si è per sempre isolato in una dimensione assoluta, abitata dal Silenzio. Il Silenzio di Dio. Quel Silenzio terribile, urlato da chi, provato dalle angosce della vita, non trova risposta alle proprie disperate lamentazioni: vox clamantis in deserto…
In quell’obliarsi e annullarsi nel rapimento estatico si tocca l’Amore, che è poi l’altra faccia del Dolore.
“In amore e nella fede, il silenzio è molto più eloquente delle parole”, ammoniva Pascal.
* giudice
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