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Sigilli al Verde Mare, i dipendenti s’incatenano
(LE VIDEO INTERVISTE)

L'intervista agli operai del Camping Verde Mare
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I dipendenti del Verde Mare con il titolare Felice Chiesa

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di Giorgio Fedeli e Paolo Paoletti

“Vogliamo lavorare”. Questo il grido di protesta dei dipendenti del campeggio Verde Mare dopo essersi incatenati questa mattina all’ingresso del campeggio, di fronte all’edicola. Insieme a loro il titolare Felice Chiesa.  In mattinata, infatti, la Guardia di Finanza ha iniziato ad apporre i sigilli alla struttura turistica che conta 180 mila presenze annue ed accusata di lottizzazione abusiva. ” Ci siamo incatenati per protesta – spiega il dipendente Fabrizio Andrenacci alla redazione di Cronache Fermane, in rappresentanza anche dei suoi colleghi operai –  lo facciamo per la tutela del lavoro, com’è normale che sia. Tutti abbiamo dei problemi, chi ha l’anziano in casa, chi ha bambini che devono andare a scuola, chi problemi di mutuo, è la normalità”. Operai che spiegano come quella di oggi sia solo una rappresentanza di quelle che sono le persone a cui il campeggio da lavoro, una cinquantina nel periodo estivo. “Questo provvedimento comporta che non potremo lavorare, certe esigenze basilari che una persona civile ha, ora non ce l’ha più. Non è inerente alla Costituzione che dovrebbe garantire questo benedetto lavoro, una volta che ce n’è qua ci fanno chiudere. Aspettiamo che qualcuno ci dia delle risposte perché vorremmo sapere dove poter portare questa gente. Dove lo porto io mio zio che è invalido? Da chi lo porto? Ci devono dare spiegazioni. Fino ad oggi  lo tutelavo con il mio lavoro e adesso?”. In merito all’accusa di lottizzazione abusiva i dipendenti spiegano: “Non possiamo valutare questa cosa, ci sono delle soluzioni che salvaguardano sia il lavoro, sia l’economia del Fermano, questo rappresenta un grosso capitale per il Fermano. Qualcuno ci deve dare qualche risposta”.

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Il titolare Felice Chiesa davanti al cancello del camping

Il verdetto era arrivato nei giorni scorsi anche dal tribunale di Fermo. La magistratura fermana ha, infatti, confermato la linea della procura della Repubblica di Fermo sul villaggio turistico finito quest’estate alla ribalta delle cronache locali. A inizio 2016, infatti, a seguito di un’indagine della guardia di finanza, il gip ha disposto il sequestro preventivo del centro vacanze per lottizzazione abusiva. Stando all’inchiesta della procura, all’interno del camping si trovano, infatti, 417 roulotte che non si configurerebbero più come strutture provvisorie bensì come vere e proprie unità abitative, quindi, trattandosi di strutture residenziali e non turistiche, e dunque non in linea con le autorizzazioni sull’area, tutte abusive. A seguito del sequestro i privati proprietari del villaggio hanno presentato ricorso ottenendo l’annullamento dello stesso. Ma la procura non ha mollato la presa presentando ricorso in Cassazione e incassandone di fatto l’ok con l’annullamento del dissequestro (leggi l’articolo) e chiedendo, però, allo stesso tempo, alla magistratura fermana di verificare se le roulotte hanno potuto, nei fatti, determinare una variazione di destinazione urbanistica dell’area. E il tribunale di Fermo si è espresso proprio a supporto della linea secondo cui al Verde Mare si configura la lottizzazione abusiva.

Felice Chiesa, titolare del campeggio, questa mattina ha commentato: “Il legale ci aveva assicurato che dopo questo esame del tribunale c’era il ricorso in Cassazione che entro domani mattina dobbiamo fare. Fino a che non c’era il verdetto della Cassazione non c’era il rischio del sequestro. Questa è stata una tegola che ci è caduta sopra, un fulmine a ciel sereno”. Chiesa che, in merito alla protesta degli operai, aggiunge: “Sono i miei operai, loro difendono un posto di lavoro e questa qui è una minima parte. felice-chiesa-verde-mareOggi sono 16 ma totale sono 37 persone, poi c’è tutto il resto: camerieri, ristoranti, quattro attività commerciali, supermercato, pizzeria, un bar nella zona sportiva, uno nella zona nord, tutte famiglie con dipendenti”.   Felice Chiesa che rivela come stia organizzando un evento, il prossimo 15 ottobre, al quale ha invitato tutti i campeggiatori delle Marche, i rappresentanti di FederCamping nazionale e quelli di Emilia Romagna e Abruzzo. E ancora, i sindacati e tutti i responsabili delle attività commerciali interne. ” Io sono tranquillo, perché abbiamo tutte le leggi a nostro favore, non solo delle Marche ma di tutta Italia. All’avvocato ho dato la copia di tutte le leggi: Veneto, Emilia Romana, Abruzzo: se c’è una cosa semplice e regolare è questa. La Regione dice che possiamo prendere in custodia  le roulotte con tutti gli accessori purché non siano utilizzate d’inverno. Abbiamo dimostrato che non entra nessuno. Ci sono telecamere ai cancelli, forniture di luce ad acqua staccate,  la guardia giurata ha dichiarato di non aver visto mai una persona. Abbiamo dimostrato che non c’è nessuno. Adesso l’avvocato farà i ricorsi dovuti. Sicuramente farò questo evento. Siamo il primo campeggio/centro vacanze della costa Adriatica. Esiste da 45 anni ed è rinomato in tutta Italia e tutta Europa. Ci sono inoltre circa 400 famiglie stagionali che hanno lasciato qui tutte le loro strutture e che non potranno fare le vacanze, si va a colpire un ceto medio basso. E c’è anche dell’altro: noi abbiamo chiuso il 10 settembre. E solo cinque giorni dopo sono venuti i ladri che hanno rubato un distributore di biglie. Come se non bastasse hanno anche aperto tre case mobili, e dentro due di loro ci hanno anche dormito. Ora questi danni chi li paga? Così non si fa altro che lasciare la struttura in balia dei malviventi“.

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Operai che nel corso della mattinata hanno sciolto le catene dopo la richiesta di Felice Chiesa di sgomberare il campeggio posto sotto sequestro ed evitare disordini con le forze dell’ordine. Dipendenti che stanno ora valutando uno sciopero della fame davanti ai cancelli del Verde Mare su cui è stato affisso il cartello del sequestro preventivo o, comunque, un presidio lungo la strada che dalla ss16 conduce al campeggio, insomma un posto dove la loro protesta possa avere ancor più visibilità. 

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