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Dragaggio, rischia anche il motopontone,
Strusi: “Vi spiego come avverrà l’escavo”

PORTO SAN GIORGIO - Dopo l'insabbiamento del Vigliena, ieri pomeriggio, l'Ulisse I scaverà sui fondali facendosi strada verso l'interno del porto. Caso Malaccari, Il comandante del Circomare: "Ognuno fa il suo lavoro. Ma gli attacchi personali non li accetto"
Il comandante del Circomare, Fabrizio Strusi

Il comandante del Circomare, Fabrizio Strusi

Dopo “l’incidente di percorso” di ieri pomeriggio con il motopontone Vigliena a insabbiarsi all’ingresso del porto, il comandante del Circomare, Fabrizio Strusi ha convocato questa mattina una conferenza stampa per spiegare tutte le procedure del dragaggio che dovrebbe partire entro 4 o 5 giorni al massimo. Ieri, infatti, il  Vigliena, impegnato a piazzare dei materassi di cemento sopra le tubature della Edison, al largo della costa di Casabianca, nel rientrare in porto, si è insabbiato. Un problema durato poco meno di 10 minuti, con l’imbarcazione a liberarsi dopo alcune manovre di “aggiustamento” della rotta ma che ha fatto drizzare le antenne al Circomare.

Sì perché nelle prossime ore in città dovrebbe arrivare l’altro pontone, l’Ulisse I, per il dragaggio del porto. E se anche questo dovesse avere dei problemi a entrare nell’approdo?Prima di tutto domani – spiega il comandante del Circomare, Fabrizio Strusi – arriverà un’imbarcazione per verificare le condizioni del fondale che, stando ai nostri rilievi, è profondo circa 2,3 metri (con il pontone che “pesca” con la sua deriva circa 2,34 metri). Sì, siamo al limite. Se le condizioni non dovessero consentire il suo ingresso in porto, l’Ulisse I dragherà facendosi, contemporaneamente, strada verso l’interno dell’approdo“.

E se nella prima giornata di lavoro non dovesse riuscire a fare “breccia”? “A quel punto le ipotesi sono due: o, finita la giornata di lavoro, andrà a ormeggiare in un porto vicino per poi tornare a lavorare a Porto San Giorgio il giorno seguente, o getterà le ancore al largo della nostra costa, in “fonda””. L’Ulisse I, come da autorizzazione del Comune, è incaricato di prelevare circa 16mila metri cubi di sabbia dall’ingresso del porto (con lavori autorizzati fino al 18 dicembre), per poi rigettare l’arenile fuori dalle scogliere, nel tratto di mare che va dagli chalet Tropical a Nerina. L’obiettivo è arrivare a riportare i fondali del porto a una profondità di 3,5 metri. Ma i dati precisi dipenderanno da quanta sabbia si è nel frattempo depositata sui fondali. Insomma se ne è arrivata di più rispetto a quella presente nei giorni dei rilievi, si potrebbe anche non arrivare ai 3,5 metri. “L’obiettivo è quello di riconsegnare navigabilità al porto e di far tornare a casa i pescherecci sangiorgesi attualmente ormeggiati altrove” conclude Strusi.

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La protesta davanti al Circomare

La conferenza sul dragaggio è stata anche occasione per tornare sul caso Malaccari, il pescatore sanzionato dal Circomare, che ha innescato una veemente protesta della marineria: “Qui non si tratta di buoni o cattivi. Qui ognuno fa il suo lavoro. Massimo rispetto per quello, durissimo, dei pescatori. Ma noi abbiamo fatto rispettare la legge che, sia chiaro, è a tutela del mare e delle sue risorse ittiche di cui usufruiscono anche i pescatori stessi. Quell’imbarcazione stava pescando dentro la zona dove è proibita la pesca, a 1,2 chilometri dal limite. La protesta ci sta, è un diritto. Ma ci sono stati anche attacchi personali che non posso accettare. Ci hanno anche accusato di stare sempre e solo dietro una scrivania. Evidentemente non ci conoscono“. Davanti al Circomare, lo scorso 17 ottobre, si sono radunati circa 150 pescatori. “Sì ma i più accesi erano 3 o 4. E forse – conclude Strusi – altri si sono fatti trasportare. La marineria sangiorgese era presente, sì, ma in maniera assolutamente civile. I più accesi erano di altre marinerie“.

g.f.

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Il motopontone Vigliena, nelle fasi di posa dei materassi di cemento

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