Di Virgilio (Pd): “Del Vecchio fa demagogia,
uniamoci contro il razzismo”

PORTO SAN GIORGIO - Il segretario cittadino del Pd: "La presenza delle istituzioni governative è un segnale importante dato che, troppo spesso, lamentiamo la lontananza dello Stato centrale dalle realtà periferiche, ed i nostri amministratori, pur in questo immane momento di dolore, hanno l’occasione di far sentire forte la loro voce"
Il segretario Pd Andrea Di Virgilio

Il segretario Pd Andrea Di Virgilio

 

“Al giorno d’oggi ogni grave fatto che accade invece di farci stringere tutti quanti in una ferma ed unanime condanna volta a lanciare un chiaro messaggio affinché determinate tragedie non accadano più, sembra alimentare polemiche su polemiche che portano troppo spesso ad uscire dalla singolarità dell’accaduto, rischiando pericolosamente di andare a toccare temi importantissimi e delicati che andrebbero, invece, affrontati lontano dall’emozione del momento.
E cosi’ ecco che tra le tante dichiarazioni che ho letto in questi giorni mi saltano all’occhio quelle del consigliere di Forza Italia sangiorgese Carlo del Vecchio (leggi l’articolo) che tra il tutto ed il di più scrive che Alfano, Renzi, Mattarella e la Boldrini devono rendersi conto che a creare questo clima di diffidenza e di odio è proprio il comportamento di coloro che ospitiamo (immigrati) e dei politici e che entrambe le categorie (politici ed immigrati) sono colpevoli di togliere sicurezza alle nostre città e alle nostre esistenze e devono rendersi conto che è una vergogna che nessuno abbia accolto i resti delle salme trucidate dei nove italiani a Dacca.
Viva la demagogia ed il fare di tutt’un’erba un fascio, termine molto caro al capogruppo di Forza Italia; viva la bugia reiterata, dato che all’aeroporto a Roma ad accogliere le povere vittime della vergognosa strage terroristica di Dacca erano presenti il Presidente della Repubblica Mattarella ed il ministro degli Esteri Gentiloni.
Senza entrare troppo nel particolare vorrei ricordare a Del Vecchio 3 cose: 1) nel 2003, fu il governo Berlusconi con ministro del Lavoro Maroni a firmare il trattato “Dublino 2”, che obbliga l’Italia ad accogliere i profughi e ad ospitarli per esaminare le richieste di asilo. 2) nel 2011 fu sotto il governo Berlusconi che in Europa fu approvato il Fiscal Compact che ha messo molte economie nazionali in difficoltà e che da due anni il governo Renzi sta tentando con successo di rivedere contravvenendo al cappio imposto dal patto di stabilità.
3) la legge che disciplina il flusso dei migranti si chiama Bossi Fini e fu approvata nel 2002 dal governo Berlusconi.
Dover specificare tali cose mi sembra si doveroso ma anche assurdo di fronte al dramma consumatosi a Fermo dove è cristallino che dovrà essere la magistratura a far luce sull’accaduto.
Ma alcuni fatti sembrano essere certi: due persone di colore, marito e moglie in un caldo e tranquillo pomeriggio d’estate, camminavano per strada senza dare fastidio a nessuno ed hanno avuto la sfortuna di incrociare un soggetto il quale ha apostrofato la moglie di Emmanuel con pesanti epiteti razzisti.
L’epilogo poi lo conosciamo tutti anche se, e ci tengo a ripeterlo, solo la magistratura dovrà fare chiarezza sull’intera vicenda.
Poi è ovvio che la nostra provincia, il nostro territorio, la nostra gente non possa esser oggetto di condanna per il grave fatto accaduto; sarebbe folle solo minimamente pensarlo; il fermano è un territorio vivo, dinamico dove tante persone di buon cuore ogni giorno aiutano tantissimi soggetti a prescindere dal colore della pelle e non possiamo permettere che un terribile episodio possa rovinare tutto ciò che di buono il nostro territorio ha prodotto e continua a produrre, sia in termini di accoglienza sia in termini di laboriosità delle persone.
Ma proprio per questo penso sia importantissimo prendere tutt’insieme, ancora una volta senza se e senza ma, posizione contro il razzismo e contro qualsivoglia tipologia di divisioni.
Ed anche la presenza delle istituzioni governative penso sia un segnale importante dato che, troppo spesso, lamentiamo la lontananza dello stato centrale dalle realtà periferiche, ed i nostri amministratori, pur in questo immane momento di dolore, hanno l’occasione di far sentire forte la loro voce ai rappresentanti nazionali affinchè la presenza dello Stato possa esser maggiore nel nostro territorio.
Sono convinto, infine, che abbassando i toni tutti possiamo esserci in maniera unanime: cittadini, forze politiche, associazioni a prescindere da colori e bandiere”.


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