Il luogo dove è stato trovato il corpo senza vita di Mithun Rossetti
di Gianluca Ginella e Federica Nardi
Non ci sarebbe stata nessuna violenza. Questo quanto emerge dall’autopsia di Mithun Rossetti, il giovane di 27 anni, trovato senza vita domenica pomeriggio in una villa a Porto Sant’Elpidio (leggi l’articolo). Occorrerà invece più tempo per i risultati degli esami tossicologici che saranno svolti da Rino Froldi. Intanto però emerge una nuova ricostruzione di quanto accaduto la notte tra sabato e domenica. Mithun è morto sicuramente dopo le 10,30 di domenica (forse poco prima delle 12) e probabilmente prima si era fermato a dormire all’interno di un annesso utilizzato come deposito, di una villa di Porto Sant’Elpidio. Il giovane dopo aver raggiunto una casa in seguito ad un incidente aveva rubato dei vestiti per coprirsi, era nudo, e il proprietario lo ha sorpreso, chiedendogli spiegazioni gli ha risposto che era stato sequestrato, poi ha detto che era stato il figlio dell’uomo a farlo, che però non ha figli.
Inizia a chiarirsi il giallo di Mithun, anche se restano punti oscuri nella vicenda (a partire dal fatto che il cellulare e il portafoglio non sono mai stati trovati). Questa mattina alle 12 all’obitorio dell’ospedale di Fermo il medico legale Giuseppina Benedetto ha svolto l’autopsia sul corpo del giovane indiano. In particolare il pm Nadia Caruso della procura di Fermo aveva chiesto una serie di accertamenti volti tra l’altro a capire se sul corpo del 27enne ci fossero tracce di violenza. Anche se gli investigatori ritengono che la tragica scomparsa di Mithun sia legata a un gesto volontario. Segni particolari sul corpo non sono stati trovati e la morte è avvenuta per soffocamento per impiccagione. Presente all’autopsia anche il medico legale Mariano Cingolani nominato dai familiari del 27enne che sono assistiti dall’avvocato Gian Luigi Boschi.
La telecamera di videosorveglianza alla villa
PUNTI DA CHIARIRE – Ed è proprio il legale che ribadisce quanto già affermato nei giorni scorsi dai parenti del 27enne che ritengono che il giovane sia morto in circostanze poco chiare: «in questa vicenda ci sono ancora delle incongruenze che vanno chiarite – dice il legale – secondo me è necessaria l’acquisizione dei tabulati telefonici (il cellulare del 27enne non è stato ritrovato, ndr), in modo da ricostruire gli ultimi contatti che ha avuto. Inoltre c’è da capire se vicino alla villa dove è stato trovato il corpo vi fossero o meno delle telecamere di videosorveglianza. In questo caso le riprese sarebbero determinanti nel fugare ogni dubbio».
L’avvocato Gian Luigi Boschi
LA TESTIMONIANZA – Il giovane intorno alle 6,30 di domenica mattina, dopo aver avuto un incidente alla rotatoria che si trova lungo la statale, vicino al camping Holiday, dopo che era stato a ballare al Tropical, è sceso dall’auto e ha raggiunto una abitazione. Lì ci vive una famiglia. Il giovane lo ha notato, uno dei residenti, Giorgio Ercoli: «Mi stavo preparando per uscire a fare un giro con degli amici quando ho notato una persona davanti a casa – racconta l’uomo –. Aveva preso dei pantaloni che erano stesi ad asciugare e degli slip. Gli ho detto “Che stai facendo?”. Subito non mi ha risposto, poi mi ha detto “Sono stato sequestrato”. “Ma da chi?”, ho chiesto. Lui ha detto “Da tuo figlio”. Allora gli ho detto: “Ma sparisci”. Io non ho figli. Poi lui si è messo anche una maglietta, che però non era la sua e io l’ho accompagnato fino alla strada. Non mi ha chiesto aiuto, se lo avesse fatto lo avrei aiutato. Comunque mi era parso tranquillo, non aveva difficoltà nel camminare». Da lì il giovane ha probabilmente preso la strada che sale fino ad una grande villa (o è passato attraverso i campi) cui si accede percorrendo un viale alberato. Alla fine del viale, a destra del cancello, ci sono due annessi, uno di fronte all’altro. Il giovane Mithun è entrato in quello che si trova sul lato della villa. Prima però ha preso una tuta del tuttofare della villa, Giuseppe Pazzelli, che era in una rimessa che si trova andando a sinistra rispetto al cancello, passando accanto ad una piscina, entrando nel sentiero che sta in mezzo ad una alta siepe e facendo ancora una ventina di metri.
IL GIACIGLIO – Il giovane oltre alla tuta ha preso anche delle arelle (canne sottili che si usano per fare ombra) e le ha portate nell’annesso vicino all’ingresso. Lì è sceso in una grande cantina, un tempo utilizzata per stipare le botti di vino, e si è fatto un giaciglio con le arelle ed è rimasto a dormire. «Alle 10,30 è entrata mia nuora che stava uscendo per andare a messa e non ha visto nessuno, significa che a quell’ora non era morto – dice Ivana Scoccini, 89 anni –. Dopo poi sono arrivati i carabinieri e abbiamo scoperto quello che era successo. Certo è molto strano quello che è accaduto. Ma uno prima va a dormire e poi si ammazza?». Inoltre, spiega Giuseppe Pazzelli, «il cavo che ha usato per impiccarsi è parecchio spesso. Per attorcigliarlo come ha fatto occorre una certa forza, che però certo, un giovane di 27 anni può avere».
IL FUNERALE – Domani alle 16 è fissato l’ultimo saluto a Mithun, il giovane, d’origine indiana, era stato adottato a 4 anni da una famiglia che vive a Treia. Il funerale si svolgerà nella chiesa del Santissimo Crocifisso di Treia. Ma per avere certezza su cosa sia accaduto al giovane occorrerà ancora tempo. Almeno 60 giorni, quelli che si è preso il medico legale per consegnare i risultati dell’autopsia.
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