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FedIng, il presidente Ubaldi sbotta:
“Ignorata la nostra disponibilità”

Il presidente Pasquale Ubaldi

Il presidente Pasquale Ubaldi

Dopo l’appello alla politica a mobilitarsi sulla prevenzione e sulla cultura della sicurezza, il presidente della Federazione Ordini degli ingegneri delle Marche, Pasquale Ubaldi, torna a far sentire la sua voce. E questa volta le sue parole rivolte a Regione, Anci e Dpc, sono roventi: “Continuano a ignorare la disponibilità di tanti professionisti che si sono messi al servizio, in modo totalmente volontaristico e senza alcun costo per la collettività, a favore delle popolazioni colpite dal sisma“. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso – spiegano dalla FedIng – è stata la nota operativa, diffusa ieri, da Anci nazionale recante come oggetto: “Azione di reperimento di tecnici comunali e operatori di polizia”. In tale missiva si richiede “la disponibilità di figure professionali dipendenti dell’amministrazione comunale per il supporto agli Utc dei Comuni interessati dal sisma, oltre che per l’eventuale ausilio alle attività svolte dalle Regioni, come coordinate dalla Dicomac in merito alla valutazione e stima dell’agibilità e dei danni subiti dagli edifici pubblici”. “Tanto è bastato perché il presidente di Federazione Pasquale Ubaldi – dichiarano dalla federazione – affidasse a una lettera aperta indirizzata a Regione, Anci e Dpc, parole dure e sdegnate”. Questo il contenuto della lettera: “Incomprensibile la mancanza di riscontro alla nostra disponibilità, mettiamo al servizio della collettività esperienza e competenze di tanti colleghi che sono pronti a lasciare i propri studi e i propri impegni lavorativi e familiari per essere utili alla comunità“. “Con una nota del 25 agosto 2016, la Federazione degli Ordini degli Ingegneri delle Marche – ricordano proprio dalla FedIng – aveva, all’indomani del sisma, manifestato immediatamente a Regione, Anci e Dpc, la massima disponibilità degli ingegneri marchigiani al supporto alle pubbliche amministrazioni colpite dall’evento calamitoso. Tale comunicazione è rimasta a oggi priva di qualsiasi riscontro. Tanto più che con gli enti sopra citati esiste un percorso condiviso da tempo, in materia di protezione civile, che per ragioni inspiegabili in questa situazione è stato completamente disatteso. La procedura di figure professionali esclusivamente nell’ambito dei dipendenti delle amministrazioni, così come previsto da Anci e dal decreto regionale 173/Dps del 30 agosto, sembra ignorare deliberatamente che gli ingegneri iscritti agli Ordini marchigiani riuniti in Federazione regionale hanno siglato un Protocollo di Intesa con la regione Marche in materia di protezione civile e sono stati tra i primi a compiere percorsi formativi specifici per essere pronti a intervenire nella fase emergenziale. Tra i tecnici iscritti (sia pubblici dipendenti che liberi professionisti) sono, peraltro, molto numerosi quelli che dispongono dei requisiti richiesti per legge per essere inseriti negli appositi elenchi come disciplinato dal Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2014, quindi nell’elenco regionale Nt-Reg. Nelle Marche ci sono ben 350 Ingegneri formati, che hanno sostenuto personalmente i costi del corso, tenuto da autorevoli referenti del Dpc nazionale, regionale, vigili del fuoco, facendosi carico la Federazione degli aspetti organizzativi a valere sul proprio bilancio senza alcun contributo pubblico. Peraltro già esistono esperienze virtuose di supporto ai sindaci, come nel caso del comune di Ascoli Piceno che ha siglato con l’Ordine ingegneri di Ascoli, un apposito protocollo di intesa che disciplina le attività di supporto degli Ingegneri al Comune. Protocollo che può tranquillamente costituire il format anche per gli altri Comuni colpiti dal sisma che necessitano di supporto urgente. Nella missiva indirizzata ai massimi rappresentanti istituzionali della Regione è scritto a chiare lettere che tutte le attività proposte sono manifestate da professionisti che prestano la propria opera tecnica a titolo volontario e gratuito e pertanto non incidono su impegni finanziari degli enti che vorranno servirsene. Vale la pena di sottolinearlo, senza nessun costo a carico della collettività e senza sottrarre alcuna risorsa pubblica come nel caso dei tecnici comandati da altre amministrazioni”. “Come presidente di una Federazione regionale che riunisce 5 Ordini provinciali e raccoglie più di 6500 ingegneri” – conclude Ubaldi – ho il dovere di fornire una risposta motivata ai colleghi e alle tante richieste provenienti dalle amministrazioni del territorio e non intendo rimanere inerme rispetto a tale situazione che, invece di suggellare la collaborazione più volte tra noi manifestata pubblicamente, sembra essere invece orientata nei fatti al totale rifiuto della disponibilità offerta”.


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