Il materiale sequestrato dai carabinieri
L’assalto alla Carifermo di Villa Musone
di Gianluca Ginella
Una ventina di colpi messi a segno agli sportelli bancomat tra Marche, Emilia Romagna e Puglia: ad agire una banda di pugliesi. Su questo stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Osimo che hanno arrestato quattro persone per i furti al bancomat di Villa Musone tra Recanati e Loreto (poi sfumato) e di Monte Urano, la mattina del 25 settembre (leggi l’articolo). Ma i carabinieri stanno vagliando una ventina di colpi. I militari della Compagnia di Osimo hanno avviato le indagini a partire dal 2 gennaio scorso quando i malviventi avevano messo a segno un furto al bancomat della Unicredit di Polverigi. Tutti brindisini gli arrestati: Cosimo Iurlaro, 41 anni, Omar Bianco, 27, Marco Santoro, 25, Vincenzo Schiena, 38. Si tratta di persone già note alle forze dell’ordine. I carabinieri della Compagnia di Osimo hanno dato il via all’operazione Cashpoint per arginare il fenomeno di furti agli sportelli bancomat che stava aumentando con colpi che erano stati messi a segno nelle provincie di Ancona, Macerata, Ascoli, Brindisi e Lecce. I militari del Nucleo operativo e radiomobile di Osimo hanno iniziato ad analizzare i colpi messi a segno negli sportelli bancomat che avevano consentito loro di definire alcuni aspetti. Ad esempio che il commando che agiva era composto da persone reclutate all’occorrenza. Ma il modo di operare era identico.
Il colpo in banca a Monte Urano
Colpi preparati a tavolino, nei minimi particolari, con lo studio degli obiettivi, delle vie di fuga e con sopralluoghi prima di ogni furto. La base operativa era quasi sempre una casa presa in affitto a Porto Sant’Elpidio. Due i modi di colpire: uno era quello con la tecnica dello sradicamento. In quel caso ad agire erano 4-6 malviventi. Rubavano un veicolo, tipo un escavatore, poi sventravano la banca e portavano via il bancomat. Per fare questo tipo di colpo rubavano anche delle auto per usarle per sbarrare la strada e impedire l’intervento delle forze dell’ordine. Secondo modo di agire quello con il gas. Una miscela di ossigeno e gas acetilene veniva iniettata nello sportello e per farlo esplodere veniva usata come innesco una scia di benzina. I malviventi, per garantirsi la fuga dopo gli assalti utilizzavano una potentissima Audi RS6 di colore nero (del valore di 130mila euro), con apposte targhe clonate, che poi veniva nascosta in un garage preso in affitto in nero, sempre a Porto Sant’Elpidio. La banda agiva sempre tra le 3 e le 3,30 del mattino nei giorni in cui gli istituti di credito provvedevano a ricaricare di denaro contante gli sportelli. Lo scorso 24 settembre c’era stata la svolta delle indagini quando i carabinieri hanno individuato la base della banda a Porto Sant’Elpidio.
L’Audi utilizzata per i furti
Quello stesso giorno la banda è tornata nelle Marche per mettere a segno dei furti. I militari hanno così predisposto una consistente operazione di manovra di accerchiamento con la collaborazione ed il coinvolgimento, nelle fasi esecutive e conclusive, del Nucleo investigativo dei carabinieri dei comandi provinciali di Ancona, Macerata e Ascoli. Monitorato l’appartamento e individuati i componenti della banda nelle prime ore del mattino del 25 settembre i carabinieri, registrata la partenza dell’Audi RS6 in direzione di Ancona lungo la Adriatica, si sono messi alla ricerca dei malviventi. Questi alle 3,30 hanno tentato di far esplodere il bancomat della Carifermo di Villa Musone, a Recanati. Ma il colpo è fallito. Venti minuti dopo la banda ha messo a segno un furto al bancomat della Monte dei Paschi, a Monte Urano. E’ stato l’ultimo colpo della banda. I carabinieri li hanno attesi ritornare nel loro covo e hanno fatto irruzione arrestando tutti e 4. I carabinieri hanno ritrovato l’Audi: l’auto era stata blindata con lastre di acciaio dietro agli schienali dei sedili e nella parte posteriore. La vettura era risultata rubata a Porto San Giorgio il 28 giugno del 2015. Ieri mattina sono stati convalidati gli arresti al tribunale di Fermo. Il giudice ha disposto l’obbligo di dimora per gli arrestati nei comuni di residenza con obbligo di firma dai carabinieri.
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