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Forza Italia, no al referendum
anche da Porto Sant’Elpidio

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La costituzione non è di proprietà del signor Renzi e della signora Boschi, due persone che rappresentano anche un concetto di democrazia su cui bisognerebbe discutere. Io vado a dire no ad una costituzione che dovrebbe restare come nel 48’ come una carta nata per unire e non per dividere, solo il nostro vuoto può fermare uno scempio altrimenti inarrestabile”. Cristian Simoni con queste parole ha aperto l’incontro, organizzato dal partito di Forza Italia per dire “No” al prossimo referendum del 4 dicembre. Prosegue nel Fermano, così come in tutte le altre provincie italiane la campagna dei comitati del Sì e del No in vista del prossimo referendum. Si è svolta così nella serata di ieri, a Porto Sant’Elpidio all’interno del bar Stile Libero, la serata organizzata da Forza Italia e dal comitato per il “No”. Una risposta che arriva a dieci giorni di distanza dalla serata del comitato per il Sì nel quartiere Corva. “Noi diciamo no, perché la riforma della costituzione dev’essere condivisa. Diciamo no alla proposta dell’attuale governo perché nulla va realmente a cambiare, tranne andare a toccare e limitare ancora di più la nostra democrazia. – attacca il capogruppo di Forza Italia, nel consiglio comunale elpidiense, Enzo Farina – Andiamo anche a consegnare il paese, in caso di Sì, ad un solo partito, ad una sola persona e questo non è accettabile”. Presente anche la consigliera regionale, Jessica Marcozzi. “Dobbiamo essere uniti per mandare a casa un governo, che non è capace di fare uscire il paese dalla sua crisi. Noi stiamo cadendo nel baratro, un paese che al momento è al di sotto delle stime per la crescita del Pil, aumentano i giovani che abbandonano il paese, una realtà ampliata dalla mancanza di lavoro all’interno dei confini nazionali”. Nella serata a parlare è stato anche il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli che ha trovato anche tempo e modo di presentare il suo libro: “No caro Matteo”, le cui vendite a fine serata sono state poi devolute alle popolazioni terremotate. “La riforma costituzionale porterà una repubblica che prima si formava sulle realtà autonome – le parole di Castelli – ad una situazione in cui il premier farà ai territori una piramide per cui lui e solo lui sarà il tiranno”.
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