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Fermana, il presidente onorario
Parlatoni si è dimesso

Non sono ancora noti i motivi delle dimissioni respinte dai soci ma non ritirate dal numero uno onorario gialloblù. I tifosi sperano che la doppia battuta d'arresto della squadra non sia legata a problemi societari
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Il presidente onorario della Fermana, Raoul Enzo Parlatoni

FERMO – Il presidente onorario della Fermana, Raoul Enzo Parlatoni, si è dimesso.

Dopo più di un anno di stabilità e continuità societaria qualcosa cambia all’interno del sodalizio gialloblù.

I soci, riuniti, hanno respinto le dimissioni di Parlatoni, il quale però non le ha ancora ritirate. I motivi non sono ancora noti con ufficialità, però è escluso che siano di natura personale, come si deduce dall’unica dichiarazione di Parlatoni in merito: “Le dimissioni non le ritiro fino a che non si cambia il modo di fare”.

Qualcosa in società non va e lo si percepiva già da diverso tempo. L’unica speranza è che questo “qualcosa” non influisca sul cammino della squadra e che le due sconfitte consecutive già subite dai canarini nelle ultime due domeniche non siano dovute a questioni più serie che i tifosi si augurano davvero non esserci. L’auspicio di tutti è che si tratti solo di inconvenineti passeggeri e facilmente risolvibili, come la Fermana ne ha superati tanti, e ben più gravi, negli ultimi anni.

Parlatoni è entrato in società tre anni fa, subito dopo l’arrivo di Maurizio Vecchiola, poi, dopo due anni di collaborazione, nell’estate del 2015 ne è diventato presidente raccogliendo il testimone da Giorgio Fabiani, che a sua volta nel 2014 lo aveva ereditato da Maurizio Vecchiola.

In estate ecco l’elezione di Umberto Simoni, nuovo numero uno del club, e Parlatoni era diventato presidente onorario; una fisiologica rotazione delle cariche tra soci: fare il presidente della Fermana è un impegno gravoso che dà più oneri che onori, a volte più critiche (dagli spalti e dalla tribuna stampa) che soddisfazioni (dal campo).

Sono passati solo sei mesi da quando Parlatoni e la compagine di tutti gli altri soci di minoranza (tra cui la famiglia Simoni) avevano esercitato con ferma convinzione il diritto di opzione di riacquisto delle quote societarie in possesso al dottor Vecchiola (circa il 70 %), quote che l’amministratore delegato della Finproject aveva deciso di vendere. A questo scopo Vecchiola nei primi mesi di quest’anno aveva intavolato anche una trattativa con alcuni imprenditori locali, tra cui una nota impresa che lavora materiali plastici, negoziato poi stoppato dall’esercizio del diritto di opzione da parte dei vecchi soci che hanno mantenuto la governance della società.

Cosa è cambiato in questi sei mesi? Le condizioni in cui già ad agosto era ridotto il campo sportivo e la successiva sostituzione del custode erano solo un incidente di percorso oppure il primo campanello di allarme di qualcosa che non andava?

Ad oggi il maggior finanziatore della Fermana F. C. resta ancora Maurizio Vecchiola, benché non più in proprio come socio, ma attraverso la cospicua sponsorizzazione da parte del Gruppo Finproject, che copre all’incirca oltre la metà  del bilancio 2016/17 della Fermana FC, il resto arriva da incassi al botteghino, abbonamenti (circa 300 anche quest’anno) e altri sponsor; quindi la continuità societaria non è in discussione fino al termine di questa stagione calcistica, però serve serenità e chiarezza, per il bene della squadra e dei tifosi, sperando magari in una rapida ricucitura e nel conseguente ritiro delle dimissioni di Parlatoni.

Paolo Bartolomei

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Il presidente onorario Parlatoni (a sinistra) festeggia le cento partite con la Fermana del patron Vecchiola (al centro di spalle) assieme ai soci Pierfilippo e Umberto Simoni (a destra). Una scena di serenità societaria risalente solo a sei mesi fa.


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