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Il martedì di Ognissanti
tra gli sfollati dell’Holiday:
alla ricerca della normalità

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di Maikol Di Stefano

Stendini nei giardinetti dei bungalow, bambini sulle scalette di legno che giocano con un pallone, un tablet, mentre madri e nonni bevono il caffè e fumano una sigaretta sulla veranda degli stessi villini. C’è chi lungo la strada raccoglie le foglie e le accantona, proprio come se fosse il giardino di casa propria. Le auto parcheggiate perfettamente, ognuna nel proprio spazio. C’è una realtà parallela all’interno del camping Holiday di Porto Sant’Elpidio, così come in tutti gli altri centri che da ormai quasi una settimana ospitano al loro interno le famiglie colpite dal sisma. Non più di cinquanta metri quelli che dividono l’ufficio del Coi, l’ospedale da campo ed il centro di smistamento beni dalle casette di legno. Una distanza minima, ma che dà vita ad una realtà paradossale. C’è un senso di normalità nelle strade del villaggio turistico, spostate dal clamore mediatico di telecamere e fotografi presenti all’ingresso. C’è chi porta il cane a passeggio, chi legge il giornale seduto tranquillamente. Nuovi “vicini” che questo sisma ha portato ad ogni famiglia, si salutano sui balconcini di casa e si raccontano la propria storia.f2
Qualcuno è arrivato da Visso, altri da Pieve Torina e Pieve Bovigliana, ma c’è anche chi arriva da Tolentino e solitamente nel camping ci passa l’estate. “Ho visto a colazione la serenità di molte persone, – raccontava solo 72 ore fa, Daniele Gatti prima della terza scossa che domenica ha imperversato nuovamente sul centro Italia – qui non si trovano in una tendopoli, ma in una realtà strutturata. In un clima familiare, dal quale possono trovare giovamento in qualche modo”. Ed è vero, tangibile l’aspetto sociale di aver creato una piccola “nuova” città a chi la propria l’ha vista distrutta, persa e così lontana. “Se anche fra sette mesi mi dicono di tornare a casa, che è possibile farlo, io non ci rimetto più piede a Visso”. Questa è solo una delle telefonate che camminando tra i villini si possono ascoltare, mentre da alcune finestre aperte risuonano le voci delle tv, sintonizzate sui canali che trasmettono quella realtà distante cinquanta metri. La loro realtà. C’è una voglia di normalità nell’andare a giocare a carte nel bar del camping, mentre i bambini costantemente aiutati dai volontari della Protezione Civile giocano e disegnano in uno spazio tutto loro.f3

Sono oltre 4.200 le persone arrivate al camping Holiday dalla serata di giovedì e smistate all’interno della struttura e su tutto il litorale adriatico. “Stiamo comprendo una fascia di quasi 100 Km, la quale parte da Sirolo e arriva fino a Tortoreto, – racconta l’ufficio stampa della Protezione civile nazionale – a queste vanno aggiunte almeno altre 1000 persone che non sono state registrate qui, ma nell’ascolano e altre che hanno trovato sistemazione da sole. Stiamo parlando di una cifra totale pari 5.500 persone ospitate”. Donne, uomini, bambini e anziani tutti racchiusi in dieci ettari di terra, che giorno dopo giorno prendono sempre più la forma della loro nuova città. Molti di loro escono durante il giorno, girano per Porto Sant’Elpidio alla ricerca di un bar più simile possibile a quello frequentato fino a pochi giorni prima, ad un nuovo edicolante che possano sentire di fiducia. Vanno in farmacia, nonostante sia stato attrezzato un punto sanitario sia interno alla struttura Holiday che nel parcheggio subito fuori il camping. “In totale fino ad ora abbiamo effettuato 12 interventi, tutti da considerarsi di codice verde. – spiega il dottor. Franco Alessandrini, tenente del corpo militare di Malta – Molti di loro accusano cefalee, vertigini e nausee causati dalla paura, dallo stress emotivo e da tutto quello che hanno affrontato”. C’è molta dignità tra gli ospiti del campeggio, che non provano però la vergogna di andare a chiedere una coperta, un maglione o un cambio per l’intimo personale. Indumenti che diventano poi parte della nuova vita, quella distante solo cinquanta metri. Capi che vengono usati, lavati e stesi sullo stendino in giardino come se nulla fosse successo, sentendosi a casa nonostante essa sia maledettamente lontana e oramai compromessa.

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