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Oltre 300 richieste d’intervento a Fermo, Calcinaro: “Cambiare il decreto troppo farraginoso”

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Si attesta a circa 70 persone, il numero degli sfollati della città di Fermo. Persone che stanno alloggiando all’interno dei campeggi della zona. Un dato quest’ultimo non scontato.  Grazie all’impegno della Protezione Civile comunale e la collaborazione della Protezione Civile nazionale  è  stato fatto un lavoro certosino per evitare trasferimenti troppo lontano e tenere i cittadini fermani il più possibile vicino alle proprie abitazioni. Con l’arrivo degli sfollati anche dal maceratese infatti, il rischio, al momento scongiurato, era quello di far allontanare i fermani dalle strutture del posto. Un lavoro costante. A fare il punto è il coordinatore Francesco Lusek: “Come richieste interventi e verifiche nel territorio comunale di Fermo si è superato quota 300. Il centro storico è l’area più interessata, ma sono arrivate richieste anche da altre zone come Viale Trento, Santa Caterina, Santa Petronilla”.  Nelle 36 ore successive al sisma, i tecnici comunali e i tecnici volontari degli Ordini Professionali di Fermo (Ingegneri, Architetti, Collegio dei Geometri) hanno effettuato 138 sopralluoghi sui 231 richiesti, al fine di valutare rischi per la pubblica incolumità, oltre a tanti altri su edifici pubblici o di pubblico servizio (tra cui il Tribunale, che domani mercoledì 2 novembre potrà riaprire).

“Ora continuano le ordinanze di sgombero così dure da firmare (oltre 20 finora) – ha dichiarato il Sindaco Paolo Calcinaro – e i sopralluoghi approfonditi sulle scuole: nulla sarà lasciato al caso, se servirà tempo bisognerà prenderselo senza indugio…per ora un ringraziamento a tutti per il supporto e la compostezza”.

terremoto-protezione-civile-fermoIntanto ieri sera l’affluenza al centro di accoglienza allestito nella palestra di Via Leti è scesa di circa il 50 per cento. “C’erano circa 70 ospiti – spiega Lusek – stiamo valutando se tenerla aperta stasera”. Ancora una volta la macchina organizzativa fermana ha funzionato. Una media di 25 volontari del gruppo comunale di Fermo impegnati ogni giorno non solo a Fermo, ma anche nei comuni dell’entroterra con operazione a Montelparo, Amandola, Montefortino e anche Arquata. Alle forze della protezione civile si aggiunge anche il personale della Croce Rossa: “Circa dieci persone la sera per l’accoglienza – spiega Lusek – e 5 persone durante il giorno per quelle che sono le esigenze socio sanitarie”.

Un’emergenza in cui i fermani si sono distinti: “Va detto che c’è stato un grande senso di responsabilità – conferma Francesco Lusek –  i cittadini sono stati molto comprensivi. Ci ha fatto piacere ricevere in strada dalla gente gli attestati di stima anche da coloro che si trovano in situazioni di disagio. Hanno capito il nostro impegno e dimostrato responsabilità. Un grazie  anche alle contrade della Cavalcata dell’Assunta che hanno preparato i pasti per gli ospiti del centro di accoglienza di Via Leti. Arrivano segnalazioni di raccolte in diverse zone della città per integrare il magazzino di beni di prima necessiutà per gli sfollati. La risposta del volontariato è stata consistente”.

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Questa mattina il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ha incontrato a Porto S. Elpidio il Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Antonio Decaro, sindaco di Bari.Ho fatto presente al Presidente la necessità di cambiare il decreto già pubblicato sul sisma con i suoi meccanismi troppo farraginosi – ha detto Calcinaro – perché, rispetto a quel tipo di evento per cui era stato emesso, ora ci troviamo di fronte ad un evento completamente diverso: non si può quindi parlare di cratere limitato e poi di regioni interessate. Tra il cratere vero e proprio e le regioni devono essere previste procedure semplificate per le Province interessate, tra cui quella di Fermo, colpita dal sisma e dai suoi disagi. Abbiamo chiesto meccanismi più veloci anche per i cittadini per avere le certificazioni necessarie dai tecnici della Protezione Civile nazionale e regionale che sono poi necessarie per compiere i lavori di riparazione e appunto ottenere poi i rimborsi ed i risarcimenti”.

 


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