L’ingresso della casa di reclusione di Fermo
“Il Giubileo – fanno sapere dal carcere – è anche per i detenuti, per le persone che si trovano in difficoltà dentro le carceri, che scontano una pena e che devono farlo in maniera dignitosa. Ad accogliere i detenuti nelle carceri italiane e i loro familiari, Papa Francesco che ha chiesto per loro, per chi se lo merita, un atto di clemenza. A Roma sono andati anche due detenuti nel carcere di Fermo, Vincenzo Gambardella e Giovanni Paoltroni, che hanno avuto il permesso di partire in maniera autonoma e senza scorta, con una organizzazione meticolosa da parte della direzione del carcere e dell’area trattamentale. Sono stati momenti molti intensi, ad ascoltare le parole del Santo Padre che ha incitato alla speranza e alla dignità, di fronte anche alle persone che lavorano nelle carceri, dagli agenti di polizia penitenziaria ai direttori e gli educatori. Il Giubileo è stato anche l’occasione per chiedere una reale e vera riforma della giustizia, più vicina alle persone, per una detenzione che miri davvero alla rieducazione dei condannati. Per questo in tante carceri ci sono stati due giorni di sciopero della fame, hanno aderito anche i detenuti di Fermo che però non hanno voluto sprecare il pasto e hanno deciso di donare tutto il cibo preparato tra le mura della casa di reclusione alla mensa sociale del Ponte. Il direttivo del Ponte, con il presidente Silvano Gallucci, ha mandato una lettera ufficiale di ringraziamento, precisando che il cibo donato è stato destinato a tre nuclei familiari fermani in difficoltà estrema, peraltro peggiorata a causa del terremoto. Giorni dunque di vera riflessione, per un pensiero di speranza che il Papa ha donato e che rimane nelle persone di buona volontà”.
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