Un economista, il dottor Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi di Confindustria, parlerà degli scenari economici micro e macro; un uomo della Giustizia, il procuratore capo di Fermo Domenico Seccia, sarà chiamato a rispondere sui temi della sicurezza e della giustizia. Così Confindustria Fermo accende un faro sul mondo della giustizia in un convegno che il presidente di Confindustria Fermo, Giampietro Melchiorri definisce “importante e su cui abbiamo investito tempo e risorse”. Martedì 22 novembre alle 17 all’Hotel Royal, a Casabianca di Fermo, quindi, verranno affrontate tematiche che prima conoscere e poi cercare di influenzare. Due relatori diversi tra loro, che il vicedirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni, farà dialogare partendo dai punti chiave per le imprese. Il dottor Paolazzi si occuperà dell’evoluzione dei distretti e del futuro dell’economia nazionale e mondiale. “Paolazzi – spiega il direttore di Confindustria, Giuseppe Tosi – è da anni impegnato nello studio degli scenari economici che mostrano un cambiamento preoccupante a livello di globalizzazione anche per un calo degli investimenti, -2% a livello mondiale.
La sicurezza, è un tema molto sentito dalle imprese che sanno di non vivere più in un’isola felice. A parte i furti nelle aziende, ormai endemici, – prosegue il direttore Tosi – regna la paura per le infiltrazioni criminali che stanno segnando la costa fermana. Sappiamo benissimo che anche le Forze dell’ordine e il Tribunale lavorano in condizioni difficili, perché sottodimensionati per mezzi e risorse. E nonostante ciò danno il massimo per garantire la serenità alle imprese, – conclude Giusepppe Tosi – con cui si studiano, grazie anche ai tavoli in Prefettura, forme di collaborazione tra vigilanza privata e pubblica”. L’aspetto legato alla Giustizia verterà anche sulle lentezze di un sistema.
Una recente indagine delle Camere Arbitrali ha certificato che per recuperare un credito in Italia servono 1210 giorni, in Spagna 515, in America 300. “L’Italia si colloca al 150esimo posto mondiale per efficienza giudiziaria e questo ritardo di giustizia comporta una perdita di 2,6 miliardi di euro all’anno per le imprese. Una situazione ormai inaccettabile” conclude il presidente Melchiorri.
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