di Giorgio Fedeli
“Questa mattina si è riunito in prefettura, per una prima seduta, il gruppo di lavoro istituito dal prefetto Mara Di Lullo a seguito del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in cui – fanno sapere dalla prefettura – si è stabilito di implementare e ottimizzare i sistemi di videosorveglianza presenti nei territori di Fermo, Montegranaro, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare, enti locali che hanno stipulato con la prefettura il Patto per la Sicurezza. Come convenuto in sede di comitato, vi hanno partecipato, oltre al dirigente prefettizio preposto all’area sicurezza e ai rappresentanti territoriali delle forze dell’ordine, le amministrazioni comunali interessate nelle persone di Mauro Torresi per Fermo, Endrio Ubaldi per Montegranaro, Valerio Vesprini per Porto San Giorgio e i comandanti delle polizie locali degli altri Comuni facenti parte del tavolo tecnico. Il primo incontro ha consentito di verificare lo stato dei sistemi tecnologici di videosorveglianza esistenti, nella prospettiva condivisa di uno sviluppo comune attraverso un lavoro congiunto e sinergico, ponendosi, pertanto, delle linee guida operative per la gestione delle informazioni raccolte dai sistemi di videosorveglianza e lavorando per una possibile redazione congiunta di schemi comunali omogenei in materia di sicurezza urbana. Il gruppo di lavoro di riunirà periodicamente. Prossima riunione a metà gennaio 2017”. In altre parole i rappresentanti dei vari Comuni si sono impegnati, dopo aver relazionato ognuno per il proprio ente quanto fatto e quanto ci sarebbe da fare in termini di videosorveglianza, con tanto di status delle telecamere, a redigere una mappatura dei territori, a partire dai varchi e dalle zone “sensibili”. Con quella mappa provinciale si potrà andare alla ripartizione degli investimenti, per il momento con fondi comunali. Non si esclude che, nell’uniformarsi ai sistemi di videosorveglianza, si possa prendere a esempio quello adottato da Sant’Elpidio a Mare che segnala alle forze dell’ordine anche targhe sospette. Non si esclude che, progetto alla mano, si possa chiedere anche alla Regione una compartecipazione alle spese.
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