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Fermo-Porto San Giorgio
unico Comune? L’ira del Comitato Mori
e l’ironia di Calcinaro

di Andrea Braconi

Da giorni tiene banco il tema dell’ipotetica unione tra Fermo e Porto San Giorgio, rilanciato dal Comitato Territoriale Abramo Mori con tanto di annuncio di una propria lista per le prossime amministrative nel Comune litoraneo. Le repliche e le prese di posizione, come era prevedibile, non si sono fatte attendere: da Pavoni a Del Vecchio, da Raccichini agli ultras sangiorgesi, l’idea è stata celermente rispedita al mittente che oggi, però, torna sull’argomento con il suo presidente Giuseppe Rossi e con Renzo Del Gobbo.

Scarsa, rimarca Rossi, è la coerenza di un Del Vecchio che “professa un amore viscerale per Porto San Giorgio e sostiene che con la unificazione questo Comune diventerebbe un quartiere di Fermo quando risiede, guarda caso, proprio nel comune di Fermo e non a Porto San Giorgio”.

Come contraddittoria è la posizione del responsabile locale di un partito (il riferimento è allo stesso Pavoni e a Forza Italia) che, pur invitando a pensare “ad altre riforme come la aggregazioni fra Regioni, la soppressione delle Prefetture, delle Province, ecc.”, al Referendum dello scorso 4 dicembre ha votato No. Il tutto mentre il coordinatore regionale dello stesso partito (Remigio Ceroni) ritiene la possibile unione “una positiva opportunità politica ed economica non solo per le due città ma anche per tutto il territorio provinciale”.

Il dubbio, conclude Rossi, è se entrambi “vivano nel sonno della ragione e della coerenza, prigionieri del sogno che per sopravvivere, oggi, in un mondo globalizzato basti coltivare il proprio ‘orticello’ di potere, ciechi e sordi ad ogni nuova ed oggettiva esigenza di innovazioni istituzionali ed ad ogni sollecitazione esterna e propositiva perché gli interessi delle comunità prevalgano sempre ed ovunque”.

Nel suo intervento Renzo Del Gobbo, oltre ad evidenziare le contraddizioni di Pavoni (“Vede bene la fusione dei Comuni di Porto Sant’Elpidio-Sant’Elpidio a Mare-Monte Urano – 55 mila abitanti circa – e non altrettanto per Fermo e Porto San Giorgio – pure 55 mila abitanti”) afferma come sia palese che il capoluogo e Porto San Giorgio vivano un’unica realtà, “essendo integrate con perfetta intesa ai rispettivi abitanti (con l’eccezione di vari politici) in ogni settore: Fermo eccelle per le scuole e i servizi; Porto San Giorgio per il commercio e la spiaggia”.

Sempre in riferimento al tema delle unificazioni, Del Gobbo sottolinea come già nel 1927 il Prefetto di Ascoli Piceno chiedeva “il parere per la fusione del Comune di Lapedona con quelli di Fermo, Grottazzolina, Moresco, Montegiberto, Monterubbiano, Porto San Giorgio e Ponzano di Fermo”. Questo perché, chiosa, “quasi cento anni fa erano più illuminati e meno campanilisti di oggi”.

A sciogliere una tensione crescente – e che toccherà picchi maggiori con l’avvicinarsi delle elezioni comunali – ha pensato invece il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro postando una foto con l’assessore sangiorgese Valerio Vesprini su Facebook e aggiungendo una didascalia inequivocabile (“Fusione sì, ma delle barbe… visto che se era dei capelli me pareva de approfittarne un po’ troppo…”), quasi a lanciare un segnale di distensione in un momento già complicato per tutto il territorio.


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