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Giovanni Marrozzini e la biblioteca per Arquata: mercoledì la consegna
dei primi 120 libri

ARQUATA DEL TRONTO - Il 18 gennaio la consegna dei volumi acquistati barattando una foto dello stesso fotografo fermano scattata in Etiopia nel 2006

di Andrea Braconi

Da un contatto creatosi tramite Teresa Valiani, giornalista che collabora anche per Redattore Sociale, il progetto Parolamia di Giovanni Marrozzini ha raggiunto anche Arquata del Tronto. Una città devastata dal terremoto, con squarci evidenti anche nel proprio tessuto sociale, ma che mercoledì 18 gennaio, alle ore 10.30, vivrà un momento di estrema rilevanza: la consegna dei 120 libri acquistati barattando una foto dello stesso fotografo fermano scattata in Etiopia nel 2006, stampata in edizione limitata e corredata da un testo di Marco Filoni, anche lui originario di Fermo, filosofo e collaboratore del Venerdì di Repubblica.

Giovanni, come si sono venuti a creare i presupposti per regalare alla popolazione di Arquata questi libri?

“Teresa aveva contattato la biblioteca di San Benedetto del Tronto e la direttrice Barbara Domini ha fatto, insieme ad Emily Chiesa della Pro Loco di Arquata, la scelta dei 120 titoli, che io ho poi barattato. Inizialmente i libri dovevano andare proprio a quella biblioteca, perché molte famiglie terremotate si erano spostate lungo la costa. Invece, si è optato per chi è rimasto e per creare questo spazio ad Arquata allestito momentaneamente in un bar in attesa della consegna dei moduli in primavera. Alla consegna ufficiale del primo blocco sarà presente anche la direttrice della Hoepli di Milano, Manuela Stefanelli.”

La foto che sarà barattata nel corso di questo mese

Da poco hai pubblicato la seconda foto da barattare per l’acquisto di altri 120 volumi, sempre per Arquata. Quale obiettivo ti sei posto?

“Finora con Parolamia abbiamo fatto 13 uscite, la gente si è abituata e la prossima sarà destinata ancora ad Arquata. Inizialmente pensavo di arrivare a 400 copie, ma vorrei fare di più, sia per i ragazzi che per gli adulti. E dalla Hoepli dovrebbero portare dei testi editi da loro in donazione.”

Inutile negarlo: nonostante la tua esperienza, le tantissime iniziative alle quali partecipi in giro per il pianeta, questa iniziativa ha per te un significato particolare.

Sì, soprattutto se pensi alla sostenibilità di un’iniziativa umanitaria. La sostenibilità è che possa di continuo dare dei frutti e non soltanto in un momento determinato, che è quello in cui consegni un bene di consumo e questo viene, appunto, consumato e spesso dimenticato. Invece, il libro è una fonte di sostentamento non soltanto per lo spirito ma anche per il corpo, ti può risollevare, dare energie nuove. E poi soprattutto c’è l’aspetto culturale di cui oggi in Italia si sente la mancanza: il farlo in una situazione del genere, ricostruire a partire dai valori, quale la cultura, è una scommessa vincente.”

La foto barattata nell’ottobre 2016

Appuntamento, quindi, a mercoledì mattina.

“Sì, poi sai, da cosa nasce cosa, se ne potrebbero creare altre ad Amatrice o in altri posti, simbolicamente è un messaggio abbastanza forte.”

Considerato il tuo essere in costante movimento, da cosa ripartirai il giorno dopo?

“Dal valorizzare ancora di più Parolamia, con l’obiettivo anche di creare sempre più biblioteche in giro per il mondo.”


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