di Alessandro Giacopetti
La maggioranza degli adolescenti non riesce a distinguere le notizie vere dalle bufale o dalle pubblicità. Lo dice uno studio effettuato negli Stati Uniti dall’Università di Stanford intitolato “Evaluating information: the cornerstone of civic online reasoning”, che ha riguardato anche la fruizione dei social network oltre che dei nuovi media. E’ partita da questo concetto la Dirigente Scolastica dell’ISC “Betti” di Fermo, Anna Maria Isidori.
Gli strumenti di “distrazione di massa” e le implicazioni dei mezzi di comunicazione sulla concentrazione dei ragazzi è stato il tema al centro di un incontro ospitato alla sala Rita Levi Montalcini nel quartiere Santa Caterina a Fermo. Ad organizzarlo l’ISC “Betti” di Fermo, in collaborazione con il Comitato dei Genitori della Scuola Sant’Andrea. L’incontro ha trattato tematiche relative ai mezzi di comunicazione di massa nella scuola e nello sport attraverso gli interventi di ospiti del mondo accademico: il Prof. Pietro Trabucchi dell’Università di Verona, la Prof.ssa Lucia Felicetti del collegio docenti della scuola e il vicesindaco di Fermo Francesco Trasatti.
Viviamo in un contesto nel quale i ragazzi sono bombardati continuamente da informazioni, sia all’interno del contesto familiare sia all’esterno, spesso con contenuti contrastanti e opposti ha detto in sintesi il presidente del Consiglio di Istituto Dario Grandoni.
“Il nostro cervello si adatta all’ambiente circostante – ha esordito Pietro Trabucchi – ed è influenzato dagli atteggiamenti di chi ci circonda e dall’educazione familiare”. Impegnato nell’ambito dello sport, in particolare di discipline di resistenza, Trabucchi è stato psicologo della squadra olimpica italiana di sci di fondo alle Olimpiadi di Torino 2006 e per molti anni psicologo delle nazionali di Triathlon. Ora si dedica alle squadre nazionali di ultramaratona e a quella olimpica di canottaggio ed ha voluto portare il suo punto di vista. I ragazzi giovanissimi che arrivano a fare sport oggi sono alimentati meglio e con una postura migliore di quelli di prima, ha spiegato Trabucchi, ma è l’atteggiamento mentale ad essere cambiato. Dal punto di vista mentale gli allenatori sanno di non poter farli realizzare allenamenti di un certo tipo perché è cambiato il punto di vista mentale. Lo stesso psicologo ha poi definito il concetto di resilienza. La crisi non solo economica ma anche di valori che stiamo vivendo può stimolarla. Dopo il 2008, con la crisi globale, infatti, dal suo punto di vista è aumentato il fenomeno della resilienza.
Nella sua definizione del termine si tratta della capacità di persistere nel perseguire obiettivi, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà. L’individuo resiliente legge eventi negativi come momentanei e circoscritti; è motivato a raggiungere gli obiettivi; vede i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità. La resilienza è insita in tutti noi ed è basata sulla motivazione. Le motivazioni più forti possono nascere all’interno delle relazioni tra allenatore e atleta, tra musicista e insegnante o tra padre e figlio.
Un esempio di resilienza, si è detto nel corso dell’incontro si è avuto nelle Marche con il recente sisma e con quanti lottano per superare le difficoltà. E’ stato, quindi, Basilio Polini, vicepresidente e accompagnatore regionale Alpinismo Giovanile del Club Alpino Italiano sezione di Fermo a portare un personale punto di vista sulla situazione nelle aree montane dell’Appennino colpite proprio dai danni derivanti dal terremoto, dopo aver parlato dell’attività svolta dal CAI con gli studenti: oltre 1000 quelli portati sui sentieri montani nel corso del 2016.
A portare le loro testimonianze anche Luigi Peroli della asd Fermo 85 e il ginnasta Carlo Macchini della Nazionale Italiana, Lidia Martorana dell’asd Tantan, istruttrice yoga per bambini e adolescenti con bisogni speciali. All’incontro sono intervenuti anche il sindaco Paolo Calcinaro e l’assessore comunale allo Sport Alberto Scarfini.
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