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Via Respighi, Roberta Morroni in qualità di socia Coop: “Attendo con serenità e fiducia l’esito della valutazione giudiziaria”

 

di Paolo Paoletti

“La Procura della Repubblica di Fermo e il GUP di Fermo hanno ritenuto che la condotta di due legali rappresentanti della Coop fosse meritevole di vaglio dibattimentale per quanto concerne l’accusa di abusi edilizi in danno del Comune di Fermo.  Nove giudici (GIP, Trib. Riesame, Suprema Corte) hanno ritenuto legittimo il sequestro dell’immobile.  Ipotizzare che ciò sia avvenuto su pressione indebita di qualcuno, sarebbe fantascienza applicata al diritto”. Inizia così la replica di  Roberta Morroni, in relazione alla nota inviata dalla Coop Alleanza 3.0 nella quale veniva evidenziato come la Morroni fosse legata da un rapporto di stretta parentela ad un imputato della vicenda (Andrea Morroni) (leggi l’articolo).

Da qui la replica di Roberta Morroni che spiega: “La scrivente, socia della Cooperativa dal 2006, ha chiesto alla Coop Alleanza 3.0 quale posizione avrebbe assunto la società nel processo in questione, a tutela della società stessa e dei soci.  La risposta, in data 13 gennaio 2017, è stata nel senso che l’imputazione riguardava ‘illeciti contravvenzionali’ e che i legali si erano espressi per ‘l’infondatezza dell’accusa’.  Solo dopo aver verificato la scelta della Società di non prendere le distanze dagli imputati di reati urbanistici e dopo aver preso atto che la vicenda ha causato alla Cooperativa e all’insieme dei suoi soci (tra i quali la sottoscritta) ‘un gravissimo danno, sia economico sia di immagine’ (come riconosce la dichiarazione della Coop alla stampa e come è confermato dalla costituzione di parte civile del Comune di Fermo con contestuale richiesta di citazione della Coop, come responsabile civile per i fatti illeciti contestati agli imputati), la sottoscritta, che il comunicato Coop riconosce essere uno dei soci danneggiati, ha ritenuto di costituirsi parte civile, per il solo danno morale, nei confronti di 4 imputati persone fisiche.

Roberta Morroni che, replicando alla Coop aggiunge: “Infatti, il reato attribuito a due legali rappresentanti della Coop, se riconosciuto esistente, sarebbe agli antipodi della cultura della legalità che deve essere nel DNA della Cooperativa alla stregua del suo Statuto e del suo Codice etico. C’è stata una prima udienza, le parti hanno espresso le osservazioni giuridiche pro e contro questa costituzione di parte civile. Il Tribunale si è riservato di decidere.  La logica, il diritto e il rispetto delle istituzioni giudiziarie dovrebbero suggerire, anche alla Coop, di attendere l’esito della valutazione giudiziaria esattamente come farà, con serenità e fiducia,  la sottoscritta Roberta Morroni socia Coop”.


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