di Paolo Paoletti
Sono arrivati da tutto il territorio centrale della regione: oltre a Fermo e Porto San Giorgio, anche da Porto Sant’Elpidio, Pedaso, Senigallia, Palombina, Numana ed altre spiagge marchigiane. Il grido di rabbia dei balneari si è fatto sentire, ancora più forte, questa mattina, nel corso dell’incontro promosso da Confcommercio in una gremitissima sala consiliare del Comune di Porto San Giorgio. Presenti al confronto il presidente regionale del sindacato balneari Concommercio Enzo Monachesi e quello locali per il Fermano Carlo Iommi.
Al centro del confronto le problematiche relativa alle legge Bolkestein. ” Dal 2006 ad oggi si sono succeduti 16 ministri e 34 sottosegretari – spiega Carlo Iommi in rappresentanza dei balneari della costa fermana – non si riesce mai a trattare con una figura di riferimento che sia continuativa per risolvere le problematiche della categoria“.
Nel corso dell’incontro è emerso come le differenze tra concessioni a livello nazionale siano molteplici: ogni regione e ogni zona ha esigenze e peculiarità diverse. “Nelle Marche – spiega Iommi – siamo una piccola pulce con concessioni medie e piccole gestite all’80% a livello familiare e non imprenditoriale. Occorre tutelare l’occupazione di queste micro aziende marchigiane. Il Governo non si è mai interessato di queste piccole realtà e non ha mai disposto proroghe come fatto invece dagli altri governi internazionali. Entro i prossimi mesi si spera di arrivare ad una soluzione ma nel frattempo ci saranno elezioni? Cadrà il governo ? Non si sa con chi parlare. Chi c’è oggi domani non ci sarà più e ogni volta ci ritroviamo punto e a capo”.
Nello specifico, i balneari della costa fermana sono preoccupati perché: “Non si riesce ad avere ancora oggi una linea ben definitiva di comportamento da parte dello Stato – conclude Iommi . Già dovremmo essere tutti all’asta dal 1 gennaio 2012 . Va dato atto della lungimiranza della Regione Marche di tutti i comuni compresi Porto San Giorgio e Fermo che sono riusciti ad avere concessioni rinnovate fino al 2020. Una sicurezza che ci copre le spalle ma il tempo a disposizione resta limitatissimo”.
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