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“Ete Morto e Chienti, servono risorse urgenti”: il lavoro dei Comuni per la messa in sicurezza

di Andrea Braconi

Sono due i tavoli di confronto sui fiumi ai quali siede il Comune di Sant’Elpidio a Mare: uno per l’Ete Morto, l’altro per il Chienti. Perché ad ogni minaccia di pioggia le criticità riguardanti le due aste fluviali mettono in allarme abitanti e amministratori. Senza dimenticare la parte meridionale del territorio comunale, con il Tenna che a più riprese fa sentire la propria presenza.

Con il primo cittadino Alessio Terrenzi, dopo aver sondato l’assenza di problemi per quanto riguarda le precipitazioni in corso, partiamo dall’Ete Morto. “Non rimaniamo sicuramente fermi e già la scorsa settimana abbiamo incontrato Netti del Consorzio di Bonifica delle Marche, che rivedremo domani mattina a Macerata. Sia chiaro: io non mollo, anzi, noi non molliamo la presa su questa problematica: bisogna intervenire subito, non ci sono alternative”.

Mancano però le risorse, che lo stesso Comune da solo non può sostenere. “Serve un intervento che, dopo i lavori del 2011 e la successiva erosione degli argini, richiederebbe un investimento da noi non sostenibile. Abbiamo scritto al Prefetto, con l’assessore Clementi abbiamo partecipato all’incontro fatto in Prefettura e avanzato una richiesta specifica”.

Capitolo Chienti. “Abbiamo le già note criticità a ridosso della zona industriale Brancadoro e bisogna trovare le condizioni per uscire dallo stallo. Se sull’Ete Morto sono insieme tutti i Comuni, anche se le criticità maggiori riguardano noi, sull Chienti si va da Civitanova Marche fino a Tolentino. Abbiamo avuto un incontro anche con i gestori delle dighe e abbiamo apprezzato il fatto che oggi riceviamo informazioni sullo stato delle stesse strutture, cosa che prima non accadeva, almeno per noi Comuni del versante fermano del fiume. Quel tavolo almeno per il momento è servito a mettere in comunicazione le Prefetture di Fermo e Macerata”.

Comuni che, mai come in passato, lavorano compatti e nella stessa direzione. “Perchè un conto è che di fronte ad un problema con gli enti superiori parli un sindaco di un Comune con poche migliaia di abitanti, un conto è che lo facciano tutti i sindaci di entrambe le sponde. Cambia il peso e cambiano le possibilità di ottenere ascolto e risorse”.


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