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VERSO IL MICAM
L’innovazione come leva contro la crisi: imprenditori “a lezione” dagli studenti dell’ITS

Mauro Tomassetti

di Andrea Braconi

In 23 saliranno sul bus organizzato dalla Camera di Commercio lunedì mattina, destinazione Micam, per tornare in serata. Altri 3 li precederanno già dal sabato per rimanere fino a mercoledì 15 nello stand di Assocalzaturifici, dove porteranno strumenti Cad e una stampante 3D.

“A Milano i nostri studenti – ci spiega Mauro Tomassetti, coordinatore didattico del corso di istruzione tecnica superiore (ITS) sul processo produttivo della calzatura – faranno vedere gli aspetti essenziali della formazione che si fa in questo corso post diploma, un corso che sta producendo risultati veramente interessanti”.

Quanto è importante la partecipazione dei ragazzi a questo tipo di manifestazioni?

“Noi ci teniamo e cerchiamo di farli partecipare tutti perché serve soprattutto ad aprirgli la mente su quello che c’è intorno. Non c’è solo l’aspetto tecnologico e organizzativo da tenere in considerazione, ma c’è un mercato che gira intorno. E il loro lavoro o ha come riferimento questo mercato oppure diventa assolutamente inutile.”

Si parla di crisi e si fa sempre riferimento alla formazione come leva per risollevare il nostro distretto.

“In Italia gli ITS sono nati proprio per aiutare il mondo della produzione nell’innovazione tecnologica e, quindi, far fare un salto di qualità che permetta di elevarsi rispetto al livello medio del mercato. Questo corso sulla calzatura che c’è stato assegnato sta funzionando molto bene, abbiamo terminato 6 corsi e altri 2 sono attivi. Sui corsi già terminati ad un anno dal diploma di media l’82% lavora nel settore per il quale si sono formati.”

Come si spiega questo dato in controtendenza?

“Nonostante la crisi, le aziende calzaturiere recepiscono l’importanza di queste figure professionali perché hanno capito che sono funzionali al superamento della crisi stessa. La concorrenza sui prezzi è inutile farla, quindi o elevi la qualità e gli altri ti inseguono, oppure non c’è via d’uscita. Quindi, da una parte salvaguardiamo il Made in Italy, dall’altra con gli apporti che la tecnologia mette a disposizione ci muoviamo ad un livello superiore.”


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