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Crisi della calzatura, Melchiorri
stoppa il consiglio ‘aperto’: “Il tavolo
per lo sviluppo del Fermano resta uno”

Giampietro Melchiorri

“Non sminuiamo un percorso importante, per certi versi rivoluzionario di questo territorio”. Giampietro Melchiorri, presidente di Confindustria Fermo interviene dopo il Consiglio comunale aperto di Montegranaro sulla crisi del settore calzaturiero (leggi l’articolo).

“Il tavolo per lo Sviluppo del Fermano è uno. Ci sono tutte le associazioni e i lavoratori. Ma non va mai dimenticato un aspetto: un albero non nasce albero, stiamo seminando”. Melchiorri rivendica l’importanza della rete appena costruita: “I primi tre incontri per il tavolo dello sviluppo sono preparatori per arrivare a quello che il territorio si aspetta. Noi abbiamo avviato un tavolo che diventi il riferimento dei politici, che quindi entreranno passo dopo passo”.

C’è una tempistica ben definita nelle menti delle associazioni di categoria e dei sindacati che si sono uniti sotto il cappello della Provincia guidata da Moira Canigola: “Ci dobbiamo arrivare a step all’inclusione totale. Questo tavolo, però, non va confuso con altri iniziative. Non esistono più tavoli. Il consiglio comunale potrebbe essere una appendice, un aiuto a questo tavolo che non parla solo di calzaturiero ma di tutto il sistema economico. Non vanno veicolati messaggi sbagliati. Ci siamo dati una scaletta. Si è partiti dalla preparazione dei punti da trattare. Ogni volta i nodi protagonisti diventano le priorità. Siamo partiti dalla rappresentanza della Camera di commercio e dal ruolo, pesante, dell’Inps, ma è un inizio”.

Il consiglio comunale “aperto” a Montegranaro (foto Gianfranco Mancini)

Di fronte alla richiesta di Stati generali, Melchiorri ha le idee chiare nel rispondere: “Il tavolo per lo Sviluppo è la benzina per poterli poi convocare. Ma possono essere un momento, l’operatività di un luogo dove si ritrovano tutte le categorie non è replicabile. Dobbiamo solo farlo crescere, coinvolgendo, per esempio, quando necessario il Centro Studi Carducci e trovando con la Politica il dialogo più efficace, sapendo che non mancheranno le critiche al nostro lavoro, anche dalla stampa che considero uno stimolo per riflettere su quello che facciamo e che magari, troppo spesso, non riusciamo a far comprendere appieno”.


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