Caraceni: “La scuola è importante per integrarsi e imparare la lingua”

di Alessandro Giacopetti

L’edificio si affaccia sulla piazza centrale del paese. Al primo piano c’è la scuola al secondo le aule utilizzate per il servizio di doposcuola. “L’hanno scorso avevamo 17 iscrizioni e noi come Amministrazione – spiega il sindaco Gilberto Caraceni – l’abbiamo difesa con le unghie e con i denti. Poi ci sono stati genitori che hanno scelto di iscrivere i figli nella vicina Montappone e perciò ora siamo a 10. Sono convinto che se la scuola di Massa chiudesse, questi bambini non andrebbero a scuola per una questione di orario lavorativo dei genitori: essendo impiegati nelle aziende del posto, portano i figli a scuola alle 8 andandoli a riprendere intorno a mezzogiorno. In alcuni casi, invece, i bambini restano a pranzo a scuola. Se chiudesse – spiega il sindaco – i genitori non avrebbero possibilità economiche per accollarsi il costo del trasporto a Montappone, senza contare i costi per i pasti. Quindi se non andassero a scuola qui, non ci andrebbero proprio, perdendo 3 anni.
La scuola è una cosa importante – ribadisce Caraceni – ed è un servizio che fa parte anche del processo di integrazione di questi bambini e del loro apprendimento della lingua italiana in modo che non si trovino impreparati quando entreranno nella Primaria tra 3 anni, poiché nelle rispettive famiglie parlano la lingua dei genitori”. Per questo il sindaco Caraceni ha discusso del problema all’assessore della Regione Marche, Loretta Bravi e al dirigente scolastico della scuola di Falerone, sede dell’ISC in cui è inserita la scuola di Massa. Entrambi si sono dimostrati sensibili alla tematica. “Inoltre, io sono disponibile a venire incontro anche alle esigenze in fatto di alimentazione e di menù, anche invitando un dietologo e un pediatra. Dal lunedì al venerdì, – aggiunge ancora Gilberto Caraceni – al piano superiore della scuola dell’Infanzia è allestito il doposcuola, dalle 15 alle 18.30 e comunque con orari flessibili a seconda delle esigenze del territorio, affinché quei bambini hanno la possibilità di restare nello stesso edificio, giocando o facendo altre attività finché i genitori escono dal lavoro”.
In questo momento si parla molto di poli scolastici, edifici costruiti con le tecnologie antisismiche, situati in punti baricentrici, destinati ad accogliere diversi cicli scolastici, dalla scuola dell’Infanzia alla Primaria alla Secondaria. Attualmente, secondo Caraceni questo discorso è ancora prematuro nel distretto del cappello, anche se rappresenta certamente la direzione da seguire.


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