di Paolo Paoletti
“Porto San Giorgio non è affatto, come qualcuno vuol far credere, la pecora nera della provincia per la crisi. Non è assolutamente così”. Sono le parole dell’assessore al Commercio Catia Ciabattoni a conclusione della presentazione, da parte di Cna, dell’indagine sul tessuto economico-produttivo territoriale sangiorgese. Ciabattoni che, di fronte ai dati illustrati, ha sottolineato: ” Sono tre i comuni che hanno subito maggiormente la crisi, e faccio riferimento a dati oggettivi di Unioncamere, al primo posto c’è Porto Sant’Elpido che ha registrato un meno 12,3%, seguita da Porto San Giorgio con -11,9% e Fermo con – 11,2%. Appare evidente come ci troviamo di fronte ai tre comuni più importanti del territorio provinciale”.
Un quadro articolato e complesso quello sulle imprese attive a Porto San Giorgio illustrato da Giuliano Rocco e Luciana Testatonda responsabili sindacali CNA . “Il trend negativo aumenta – spiega Rocco – nel 2016 il rapporto tra iscrizioni e cancellazioni ha fatto registrare -65 imprese. Si tratta dal maggior saldo negativo dal 2011. Il periodo dal 2010 al 2016 segna un saldo negativo di 106 imprese in meno per circa 300 addetti che hanno perso il posto di lavoro”.
Secondo lo studio Cna i settori che hanno subito la maggior perdita sono nell’ordine: commercio, costruzioni, attività di servizi alloggio, ristorazione, attività manifatturiere, agricoltura, pesca. “Commercio – spiega Giuliano Rocco, che ha fatto registrare 35 attività in meno, per le costruzione si scende di 9 attività, servizi meno 8 e ristorazione meno sei. Le attività che hanno registrato un salto positivo non sono quelle di produzione ma di servizi. Aumentano le finanziarie e assicurazioni così come le realtà che si occupano d’informazione e comunicazione. Lieve crescita per gli asili privati. Tutto questo in un contesto dove l’amministrazione comunale, partendo dall’assessore Ciabattoni, sono molto sensibili a queste tematiche e si stanno dando molto da fare”.
Le imprese sangiorgesi vantano un fatturato che supera i 500 milioni l’anno, un gettito complessivo quanto mai importante per la città. Sistema produttivo che subisce gli effetti di una crisi generale nazionale. La rilevante presenza di imprese delle attività sportive, di intrattenimento e divertimento (ben 44) indica l’evoluzione della domanda espressa dal tessuto urbano e da tutte quelle che sono le espressioni turistiche della città. Resta il problema del caro affitti che vede un numero di appartamenti ben superiore rispetto a quelli che sono i residenti.
“Come associazione – spiega Rocco – ci troviamo a combattere giornalmente una situazione di crisi che coinvolge tutti. Anche Porto San Giorgio subisce le difficoltà nazionali. Difficoltà sono per prima cosa relative alla pressione fiscale sulle imprese al 68,6 %. Basti pensare che a livello europeo l’Italia è quella che ha una maggiore pressione con 24,4 punti in più rispetto alla media europea. Pesa poi la burocrazia, siamo svantaggiati rispetto agli altri paesi europei. C’è inoltre il problema del mercato del lavoro che è fragile, specialmente nel contesto delle piccole e medie imprese. I segnali di ripresa che si attestano attorno allo 0,2% del mercato del lavoro sono drogati dagli incentivi”.
CNA che rilancia il progetto di potenziamento di Porto San Giorgio: “Una nuova sede che si trasferirà da via Sacconi in via Buoni – spiega Luciana Testatonda – per un presidio migliore del tessuto imprenditoriale cittadino e maggiori servizi. Si aprirà a breve la fase congressuale per il rinnovo organismi. Il 31 marzo è previsto il rinnovo del direttivo di Porto San Girgio, per dare la possibilità agli associati di partecipare. Sono aperte le candidature”.
Assessore Catia Ciabattoni a cui è stata affidata la riflessione politica: “Dai dati dell’indagine Cna emerge tutta la complessità di una città come Porto San Giorgio che non ha un unico blocco sociale di riferimento ma è quanto mai variegata. Ho sempre detto che l’unione fa la forza e di fronte a questa analisi emerge ancora di più come tutto sia interconnesso e di fronte a ciò è necessaria una risposta di squadra. Partire da questi dati è il primo step per impostare il lavoro per il futuro”.
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