Si intitola “L’etica del fotografo nel reportage di folklore e delle tradizioni popolari” la conferenza che Claudio Marcozzi terrà venerdì 7 aprile, a partire dalle ore 21.30 nella sede del Fotocineclub di Fermo in Contrada Girola Valtenna 58.
Marcozzi riproporrà il suo intervento tenuto all’HPA Forum di Shangri-La, in Cina, nel 2015 in occasione degli Humanity Photo Awards.
“Con la diffusione dei mezzi di ripresa dei nostri giorni, sempre più performanti e maneggevoli – spiega lo stesso Marcozzi – diventa facile per molti improvvisarsi fotoreporter, con l’illusione di poter competere con chi per fare le stesse cose, oltre all’attrezzatura, mette in campo la propria competenza, cultura e saggezza.
La conferenza è dedicata all’analisi delle fasi che portano alla realizzazione di un buon lavoro fotografico di documentazione, con il necessario contenuto di informazione e anche di estetica, che non guasta, ma che deve essere funzionale al racconto e non fine a sé stessa.
Indispensabile centrare l’attenzione sul significato della parola folklore, un termine che nella nostra cultura viene di solito usato per indicare qualcosa di inconsueto, di pittoresco, o la rievocazione di qualcosa che non esiste più. Nel significato anglosassone universalmente accettato indica invece tutto ciò che è popolare (da folk, gente) e tipico di certi luoghi: usi e costumi, feste, riti tradizionali, architetture particolari, stili di vita e metodi di produzione. Qualcosa che ha a che fare con la realtà corrente insomma, non ricostruito per scopi turistici o commerciali”.
Un argomento che Marcozzi affronta dividendo il lavoro in tre parti distinte: la preparazione del reportage, le riprese sul campo e l’editing, inteso come selezione degli scatti per il montaggio di una storia.
“Quando si inizia un reportage bisogna essere informati il più possibile sul tema: luoghi, orari, percorsi, storia, contatti con persone che ci possono agevolare, nozioni senza le quali sarebbe impossibile muoversi con padronanza una volta sul posto. Riguardo al lavoro di ripresa vengono fornite indicazioni dal punto di vista tecnico e logistico, con le dritte su come muoversi nella scena e come relazionarsi con gli altri. L’editing poi è fondamentale perché il successo del lavoro dipende sempre dal modo di presentarlo, dalla scelta delle immagini e dal loro utilizzo per creare una storia che sia rispondente alla realtà ma contenga anche il punto di vista dell’autore fotografo.
Un “testo” fatto con le immagini è qualcosa che dimostra non solo la capacità tecnica di un fotografo narratore, ma anche la sua personalità, la sensibilità e la maturità come persona. Quindi ognuno deve fare le proprie scelte con molta attenzione, in ogni momento”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati