Il mondo della cultura ricorda Monaldi:
un generoso, che amava la musica e lottava per i giovani

di Andrea Braconi

Sono tanti i ricordi che continuano a susseguirsi in rete dopo la notizia della morte di Guido Monaldi, ex sindaco di Pedaso. E sono tante anche le testimonianze di persone che con lui hanno condiviso momenti importanti della vita della città e del territorio.

“A me stava molto simpatico, era un chiacchierone ma perché aveva sempre voglia di confrontarsi – racconta il cantautore fermano Andrea Ripani, che domani suonerà durante la funzione nella Chiesa di Santa Maria e San Pietro Apostolo, che avrà inizio alle ore 16 -. L’ho rivisto la scorsa estate, dopo tanto tempo, ma era sempre la stessa persona, che aveva voglia di fare e che metteva tanta passione. Nel 2003 mi chiamò per l’inaugurazione del sottopasso dedicato a Fabrizio De Andrè, alla quale partecipò anche la moglie Dori Ghezzi. Ricordo che all’epoca suonavo con due amici e avevamo fatto il De Andrè Trio, ma per l’occasione avevamo bisogno di basso e batteria. Mettemmo su quel concerto proprio grazie a Guido, che ci mise a disposizione per diverso tempo una sala per provare. E lui veniva lì tutti i giorni, fermandosi ad ascoltare i brani. Poi mi ha richiamato negli anni successivi, in teatro, perché la musica per lui era qualcosa di magico”.

“La sua passione per la musica era straordinaria – rimarca Giambattista Tofoni, direttore artistico di TAM Tutta un’Altra Musica -, così come la conoscenza a 360 gradi del mondo dei cantautori. È stato un sindaco, grazie anche al sostegno della sua vice Barbara Toce e di tutta la sua giunta, tra i più illuminati, nonostante guidasse una piccola città come Pedaso. E poi era un barricadero, uno che stava sempre in prima fila, che lottava. In tanti anni non si è perso un solo concerto TAM, era sempre presente e ha apprezzato tutte le nostre proposte”.

“È un dolore inaspettato – conclude Giuseppe Buondonno, che con Monaldi aveva collaborato nel ruolo di assessore alla Cultura della Provincia di Fermo – ed è una perdita soprattutto sul piano umano, oltre che culturale. Una persona generosa, un sindaco appassionato e che ha dato veramente tanto al territorio e alla sua città. Tra l’altro, nei miei confronti ha sempre mostrato un grande affetto e una sincera collaborazione, oltre che una sostanziale condivisione politica e culturale. L’idea molto bella che ne ha caratterizzato l’operato è stata anche questa sorta di toponomastica civile della sua città, il lasciare un messaggio della storia e delle battaglie civili e democratiche attraverso i nomi delle vie e delle piazze. Un’attenzione, questa, anche al bisogno di educare i più giovani”.


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