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L’addio a Guido Monaldi,
il sindaco “utopista” che ha cambiato Pedaso

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di Andrea Braconi

Ti telefonava a qualsiasi ora, anche dopo aver smesso di essere sindaco della sua amata Pedaso, che aveva guidato per due mandati. Parlava dell’importanza della cultura, dei giovani, di una politica che non era più capace di dare risposte. Lo faceva a modo suo, con quell’entusiasmo da “utopista”, come amava definirsi.

Perché Guido Monaldi non ha mai smesso di sognare. “Un giorno lo faremo quel Comune unico tra Pedaso, Altidona e Lapedona”, diceva ad ogni incontro e via a ripetergli che un Comune con quel nome esisteva già, nel Mantovano, ma che quell’idea di unire i servizi tra Amministrazioni andava perseguita con forza.

Ogni anno ti anticipava il nome del cantautore al quale avrebbe dedicato uno dei sottopassi di Pedaso, facendola uscire in poco tempo dall’anonimato e regalandole una posizione importante nel panorama non solo provinciale.

Intitolava vie ad eroi come Falcone e Borsellino, parlava continuamente di Peppino Impastato e del suo esempio.

Poi te lo ritrovavi sempre tra i primi al Premio letterario “Paolo Volponi”, con quella frase che nel tempo è diventata una sorta di tatuaggio: “Noi uomini di cultura non possiamo mai mancare”.

Poche ora fa, però, Guido il sindaco (ci aveva riprovato lo scorso anno a Petritoli, uscendo sconfitto ma comunque fiero di aver cercato ancora una volta il cambiamento), Guido il sognatore, Guido l’amico ha salutato tutti per l’ultima volta. In pochissimi giorni un cancro ne ha consumato le ultime energie, facendo spegnere una delle voci più importanti del Fermano.

“Una persona di una sensibilità spiccata – spiega il sindaco Barbara Toce, sua vice nelle precedenti esperienze amministrative – che ha cambiato quello che era il volto di Pedaso sia da un punto di vista del sociale che della cultura. Ha dato un’impronta nuova e umana ad un paese che è cresciuto molto. Il ricordo della nostra attività come Amministrazione è vivo e importante, siamo cresciuti insieme e l’abbiamo vissuta come una grande famiglia. Guido era sempre disponibile, pronto a parlare con tutti e con una parola di conforto soprattutto per i più deboli, che a lui stavano tanto a cuore, più di un piano regolatore”.

“Monaldi era una persona estremamente sensibile – ricorda Moira Canigola, presidente della Provincia – attenta al territorio e non solo al Comune che ha amministrato per anni. Ha avuto sempre uno sguardo aperto, in particolare lo ricordo sia per la tanta passione che ha messo nella politica che per la sensibilità verso la cultura e le fasce più deboli, quegli aspetti che all’interno di una comunità sono particolarmente importanti. Fino a poco tempo fa ci aveva chiesto una collaborazione con il Comune di Monte Urano per alcune attività culturali che stava portando avanti, a riprova che non aveva alcuna intenzione di fermarsi. È una grave perdita per tutti”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


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1 commento

  1. 1
    Milena Corradini via Facebook il 11 Aprile 2017 alle 13:16

    Eri una gran brava persona ! Ciao Guido ?

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