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Il sogno di Rosauro Paoloni è realtà: la vecchia officina torna in vita per educare le nuove generazioni ( FOTO E VIDEO)

Il presidente della Carifermo Spa Amedeo Grilli si congratula con Rosauro Paoloni

 

di Paolo Paoletti e Nunzia Eleuteri

I rumori dei macchinari che ritornano a funzionare, la storia del lavoro artigianale della vallata del Tenna, quella della famiglia Niccolini che s’intreccia con quella dei Paoloni e con un nuovo vanto imprenditoriale del territorio come Abitacolo Interni. Taglio del nastro, oggi pomeriggio a Piane di Rapagnano, del Museo Tecnologico Fabbri Corradori. Una nuova  grande occasione di crescita storico-culturale alla riscoperta della storia del territorio e rivolta al mondo della scuola. L’officina è tornata in vita grazie a tre anni di lavoro, a volte non facile, portato avanti con costanza da Rosauro Paoloni che ha fatto tornare a vivere quella che è stata la prima realtà a portare l’elettricità nel comune di Rapagnano oltre che una grande officina specializzata nella lavorazione del legno e nella costruzione di carri agricoli. 

Tante le autorità presenti. Dal sindaco di Rapagnano Senatore Remigio Ceroni al delegato della Provincia di Fermo Stefano Pompozzi. E ancora il parroco don Raul, il presidente della Carifermo Spa Amedeo Grilli e quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo Alberto Palma. Tantissimi sindaci: Petritoli, Monte Giberto, Torre San Patrizio, Montappone, Monteleone di Fermo, Servigliano, l’assessore al Bilancio Francesco Nunzi in rappresentanza del Comune di Fermo, l’assessore Milena Sebastiani per Porto Sant’Elpidio. E ancora la presidente FAI provinciale, il presidente della Società Operaia di Fermo Fabrizio Concetti, il coordinatore sangiorgese della Lega Fabio Senzacqua e tanti cittadini di tutte le età. 

Si tratta di un grande momento per Rapagnano e per l’intero territorio – ha esordito il sindaco Remigio Ceroni – grazie al lavoro di Rosauro Paoloni è tornata in vita una realtà importante di questa terra che ora è a disposizione delle scuole“. Importanti anche le parole di don Raul: “Questa officina dimostra come il lavoro dell’uomo veniva svolto attraverso gli elementi di Dio, l’acqua, il legno, una risorsa per la comunità e per le nuove generazione”. Stefano Pompozzi ha parlato di rete museale: “E’ nostra intenzione, come Provincia di Fermo, inserire questa nuova struttura nella rete dei musei tecnologici del territorio. Insieme a quello delle officine del Montani rappresenta un grande occasione educativa”.

Un grande plauso arriva anche dal presidente Carifermo Amedeo Grilli: “Ringraziamo chi ha pensato, voluto progettato e restaurato con un sapienza assoluta questa officina. Chi viene nella valle del Tenna trova un punto di lavorazione dove l’energia dell’acqua viene trasformata in energia cinetica per far muovere la macchine per fare un carro agricolo. E’ stata restaurata perfettamente. Chi viene qui può toccare con mano quel saper fare aiutato da una tecnologia che veniva fuori dall’istituto tecnico industriale Montani di Fermo. ”

A seguire e curare la ricerca storica dell’officina è stata la professoressa Guglielmina Rogante. Grazie al suo lavoro, quanto mai accurato, sono emerse tute le caratteristiche della storia lavorativa della vallata del Tenna: “Questa struttura ospitava l’officina Niccolini Tommaso & figli  antico laboratorio degli anni ’20 che Rosauro Paoloni, di Abitacolo Interni di Rapagnano, ha restaurato accuratamente facendone un vero e proprio museo con tanto di catalogazione dei pezzi. Sorge accanto ad un canale del fiume Tenna di vitale importanza per il rotone ad acqua che forniva forza motrice alle macchine. Da qui è stata prodotta anche la prima energia elettrica di  Piane di Rapagnano. Ha dato lavoro a ben quattro generazioni ma poi, come tanti altri piccoli gioielli, l’officina è stata chiusa. Il rischio era che tutto ciò andasse perso, come spesso purtroppo avviene. Un gioiello lasciato al degrado e alla demolizione. Invece  i fratelli Paoloni hanno pensato di acquistarla ed è iniziato così un lavoro di restauro meticoloso durato tre anni. Rosauro ci ha regalato un tesoro e sono onorata di farne parte”. Ad aiutare per la catalogazione interna dei macchinari è stato Ferdinando Vita, grande conoscitore delle officine storiche fermano che già aveva portato un grande contributo nella realizzazione del MITI, del Montani di Fermo. 

Fondamentali e toccanti le parole di Giulisia Ciuccarelli della famiglia Niccolini, che ha ripercorso con i ricordi la storia dell’officina: “Abito qui davanti e quando ho sentito da casa il rumore dei macchinari che sono stati rimessi in funzione mi sono emozionata e tanti ricordi sono tornati, come quando mio marito finiva il lavoro e sentivo spegnersi tutto e lo aspettavo per cena“.

A concludere l’incontro e decretare l’apertura ufficiale delle porte dell’officina al pubblico le parole di Rosauro Paoloni, vero padre di questo progetto. Al suo fianco i figli e i nipoti: “Ho dedicato tre anni della mia vita e del mio lavoro a riportate in vita questa officina. A volte ho rischiato anche la vita per alcuni lavori di restauro particolarmente delicati. Ci sono stati momenti di sconforto e altri di entusiasmo. La più più grande emozione è stata quando ho visto riaccendersi la lampadina alimentata dall’energia dell’officina. E’stato un grande momento”.

 


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1 commento

  1. 1
    Giampiero Mattei via Facebook il 21 Aprile 2017 alle 7:45

    Complimenti!!
    Ho letto tutto l’articolo Online . Una cosa stupenda. Fai i complimenti a Rosauro e a tutti i lavoratori .

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