di Claudia Mazzaferro
Vive il suo tempo quotidiano come un impegno civile. Rigorosa, determinata, da bambina sognava autonomia ed indipendenza. Moira Canigola racconta come il suo essere una donna, che ama viaggiare e fare lunghe passeggiate, si lega al ruolo di presidente della Provincia. Tra rinunce e obiettivi molto chiari.
“Politik als Beruf”. Ma è davvero una professione o piuttosto una vocazione?
“Credo né l’una né l’altra piuttosto un impegno civile a cui ho voluto dedicare una parte della mia vita sperando di portare, attraverso la mia azione, ed ascoltando i bisogni della gente, quelle risposte che possono migliorare la nostra società ed il nostro vivere quotidiano. Solo un’assunzione di responsabilità nell’amministrare la ‘res’ pubblica nell’interesse dei cittadini che rappresento.”
Come coesistono ardente passione e fredda lungimiranza in un ruolo come il suo?
“Per amministrare occorre porsi degli obiettivi cercando di raggiungerli con le azioni. Obiettivi che purtroppo a volte si fa solo in tempo ad impostare. Questi passaggi possono essere solo atti razionali, in realtà c’è poco spazio per la cosiddetta ‘passione’. Ma avere in alcuni casi il coraggio di metterli in atto o la perseverante costanza di raggiungerli sono, senza dubbio, il frutto di una passione, di una precisa volontà di credere in alcuni valori, in alcune idee politiche al di là delle problematiche che possono sorgere.”
Tina Anselmi o Nilde Iotti?
“Impossibile scegliere tra queste due grandi donne, due icone della politica italiana . Due donne che hanno tanti tratti in comune fra di loro, prima di tutto il coraggio e la forza di fare politica in anni in cui per le donne era molto più difficile potersi affermare, fare e raggiungere risultati. Unica diversità i campi politici dove ognuna di loro ha militato. Tina Anselmi prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro nella nostra Repubblica, partigiana della brigata “Battisti” già a soli 17 anni. Nilde Iotti prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato, la presidenza della Camera dei Deputati per ben 13 anni consecutivi, iscritta al PCI dal 1943, anche lei partigiana, fece parte della commissione dei 75 che stilarono la Costituzione Italiana. Per vicinanza politica Nilde Iotti, ma sicuramente entrambe sono tuttora un modello di serietà, di professionalità, di cultura ed impegno civile.”
Il vero trionfo femminista avverrà quando le donne in politica saranno ricordate per le loro capacità di leadership piuttosto che per il loro sesso. Ma?
“Ma il percorso è ancora lungo. Se pensiamo che si parla di “quote rosa” per entrare nella politica e che spesso entrare in certi ambiti ed in certi ruoli significa una mera previsione di quote, che in un partito come il PD sono obbligatorie e in molti altri partiti inesistenti, ritengo ci sia ancora molta strada da fare, molto lavoro da svolgere, soprattutto a livello culturale. Bisogna quanto meno riconoscere che questa pratica ha portato nell’ultima legislatura un numero maggiore di donne in Parlamento.”
La questione femminile nel Fermano in termini di occupazione e diritti. Qual è il quadro?
Molto si è fatto e molto c’è ancora da fare. Ritengo che la “questione femminile” sia una questione prima di tutto culturale che deve essere affrontata a livello nazionale. E’ la percezione sulle “donne nel mondo del lavoro” che deve cambiare. Si deve riuscire a comprendere che l’essere donna non può essere un motivo ostativo per raggiungere i livelli più alti di responsabilità, sia amministrativa che manageriale. Trovo assolutamente improprio limitare il percorso di una professionalità ad una questione di genere e, nello specifico, pensare alla donna “deputata e legata” a mansioni di altro tipo come di “cura familiare”.
Moira Canigola chi è fuori dal Palazzo?
“Forse questa domanda va rivolta ad altre persone, a chi mi conosce. Posso dire che sono una persona normalissima, che ha una famiglia, che vive del proprio lavoro, che ha diversi interessi: mi piace viaggiare, ascoltare buona musica… e fare lunghe passeggiate.”
A cosa ha dovuto rinunciare per la politica?
“Ad una parte di vita privata sicuramente. Nel momento in cui si assumono degli incarichi si affievolisce sempre di più il limite tra vita privata e vita pubblica. Mantenere nella riservatezza alcuni aspetti di vita privata diventa molto difficile. Ho rinunciato al mio tempo libero, a quelle piccole cose come un piccolo viaggio oppure un buon libro da leggere con calma, ad un pomeriggio senza alcun impegno.”
Da bambina sognava di…?
“Da bambina, come tutti i bambini si sogna sempre in grande, altrimenti non sarebbero sogni. Mi sono sempre vista come una persona autonoma ed indipendente, che non dimentica di far parte di una comunità di persone.”
Torniamo a Palazzo. Le priorità in agenda domani?
“Dovrei sfogliare l’agenda del mio cellulare… ma come ogni giorno: incontro i cittadini, ascolto le loro richieste ed esigenze, mi rapporto con gli uffici amministrativi per risolvere le questioni più semplici e per impostare quelle più complesse, sia per il Comune che per la Provincia. Obiettivo principale riuscire a dare segnali per superare questa crisi economica in cui siamo finiti, acuita dalle difficoltà legate al terremoto. Una sfida quotidiana.”
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