Impegno Civico per Fermo: “Senza indirizzi e programmazione Asite avanti alla giornata”

FERMO - L'analisi dei componenti di Movimento Civico: "Differenziata al palo, problema tariffe e capacità residua della discarica, problematiche ambientali e nuovi impianti, andando avanti così si rischia un nuovo precipizio"

Impegno Civico esprime grande preoccupazione per l’andamento della gestione Asite. Lo fa con una nota in cui analizza, punto per punto, gli aspetti della società partecipata del Comune di Fermo in materia di gestione rifiuti e non solo. “Le ultime polemiche in Consiglio Comunale – spiegano i componenti del gruppo di cui fanno parte anche Matteo Silenzi e Patrizio Cardinali –  hanno riguardato il passaggio di circa 1,1 milioni di Euro dalle riserve della società partecipata alle casse comunali, per chiudere il bilancio di previsione. Questo prelievo forzato, è emblematico dello stallo in cui versa l’Asite, stallo che rischia di farla di nuovo precipitare in abissi economici e gestionali da incubo, e della mancanza totale di strategie e piani di sviluppo delle attività da parte dell’Amministrazione Comunale”.

Impegno civico che prosegue: “Vogliamo innanzitutto eliminare un elemento dal tavolo: le problematiche Asite non possono essere ridotte ad un regolamento di conti nei confronti dell’attuale cda, in particolare del Presidente Cippitelli, sollecitato da parte di alcune componenti dell’opposizione. Come è stato evidenziato bene in uno degli interventi in Consiglio Comunale, l’Asite è di proprietà esclusiva del Comune di Fermo, socio unico individuato nella figura del Sindaco pro tempore. Le linee di indirizzo generali e le scelte di prospettiva pluriennale hanno una caratterizzazione puramente amministrativa, nel senso che l’Asite opera e programma le sue attività in base agli indirizzi ricevuti. Il problema che quindi rimane sul tavolo, è la mancanza di un indirizzo politico amministrativo”.

“DIFFERENZIATA AL PALO”

“Manca un indirizzo amministrativo – spiegano i componenti d’Impegno Civico –  a cominciare dalla raccolta differenziata, ferma al palo per il terzo anno consecutivo dopo il balzo del 2014, quando si passò dal 38,79% al 51,08%. Va ricordato che questo dato rappresenta la media annuale, ma i dati medi mensili degli ultimi mesi del 2014 erano ancora superiori, raggiungendo il 60%. Da questa media si ripartiva il 1 gennaio 2015, ma le successive medie annuali sono scese per due anni consecutivi, nel 2015 al 53,75%, nel 2016 ancora meno, al 52,71%. Una riduzione inammissibile, perché dimostra inequivocabilmente che non c’è un reale interesse alla riduzione sostanziale della TARI. Se la risposta è che le medie annuali sono cresciute, seppur di poco, si vuole prendere in giro i cittadini, perché non è così. Nessuna nuova zona è stata interessata dalla differenziata da due anni. La sperimentazione di Santa Caterina era già approvata ma, unita alle isole ecologiche di Lido San Tommaso (che non si capisce se siano effettivamente operative a pieno regime), non ha portato alcun beneficio. E sinceramente avanziamo un dubbio atroce: che per diminuire il dato della differenziata, dal 60% di fine 2014 al 52 circa degli anni successivi, non vorremmo che, volendo aumentare gli incassi, sia stata volutamente aumentata la quantità conferita in discarica. Ci rendiamo conto che è una ipotesi grave, ma non troviamo altra spiegazione logica”.

TARIFFE DISCARICA

Impegno Civico che a riguardo scrive: “Si è provato a porre in modo maldestro la questione, comunicando a marzo ai comuni che sarebbero aumentate le tariffe. Ovviamente si è sollevato un polverone ed è stata obbligata una retromarcia. Il problema è noto da anni, l’adeguamento è necessario, ma la sua attuazione può avvenire solo dopo una concatenazione di scelte e risultati. La Provincia di Fermo da tempo, pur senza porre scadenze ultimative, chiedeva la redazione di un piano industriale, la cui presentazione però, se si ha una minima consapevolezza della questione, avrebbe comportato automaticamente un aumento delle tariffe per il conferimento di rifiuti in discarica. E’ infatti noto da almeno dieci anni, che per la discarica Asite lavora in perdita, le tariffe cioè non coprono le spese. Se si aumentano le tariffe aumenta automaticamente la TARI, che per legge deve coprire tutti i costi di gestione dei rifiuti. L’unico modo per evitare questo è aumentare prima la differenziata, riducendo così la quantità conferita in discarica e i relativi costi, ed evitando la sovrattassa regionale per chi non raggiunge il 65% di differenziata. Questa concatenazione era ben chiara negli ultimi anni della precedente amministrazione, tanto che in un anno, non a caso la differenziata è aumentata di oltre 10 punti; partendo dal 60% di fine 2014, raggiungere il 65% era un obbiettivo pienamente realizzabile in pochi mesi, probabilmente entro l’estate. Fatto questo l’Asite avrebbe dovuto rispondere alla richiesta della Provincia di Fermo, presentando immediatamente il piano industriale. Sarebbe stata la Provincia stessa a determinare l’aumento delle tariffe, decisione che avrebbe vincolato i comuni conferenti appartenenti all’ambito. L’adeguamento delle tariffe dopo aver raggiunto il 65% non avrebbe determinato aumenti della TARI, anzi, nonostante l’aumento delle tariffe della discarica si sarebbe comunque potuta verificare una riduzione. Inoltre la gestione economica della discarica sarebbe andata in equilibrio, eliminando definitivamente il ricorso a conferimenti da fuori territorio. Questo percorso virtuoso è stato interrotto dal Commissario Prefettizio con la complicità, qui va riconosciuto, dell’Asite stessa, che si è presentata al nuovo Sindaco con la dote di un utile mai registrato prima. Ma la nuova Amministrazione non ha preso in mano la situazione e, da ormai due anni, di fatto non dà indirizzi amministrativi alla partecipata, insistendo nell’utilizzare l’Asite come cassa per coprire i bilanci”.

CAPACITA’ RESIDUA DELLA DISCARICA

“E’ chiaro – prosegue la nota –  che i conferimenti da fuori territorio sono andati avanti troppo a lungo. Se avessero avuto una breve durata non avrebbero inciso sulla capacità della discarica di soddisfare le esigenze del territorio provinciale, ed avrebbero avuto giustificazione perché garantivano equilibrio economico a breve termine in funzione del raggiungimento del 65% di raccolta differenziata. Così non è stato. Sommati ai conferimenti dei comuni della provincia, hanno determinato una consistente riduzione della capacità residua. Fatto decisamente negativo, in assenza di un progetto per una diversa chiusura della discarica, che potrebbe rendere disponibili ulteriori volumetrie senza aumentare la superficie del bacino di abbancamento”.

NUOVI IMPIANTI E GESTIONE ECONOMICA

Impegno Civico aggiunge: “Si parla di nuovo di biodigestore anaerobico, sicuramente necessario per la gestione dell’umido in condizioni ambientali più sicure e per la possibilità di ricavare biogas, ma si ipotizza il ricorso ad un partner privato. Per far sì che l’Asite sia in grado di realizzare autonomamente interventi in impianti innovativi serve capacità economica e solidità, ma il Comune, come abbiamo visto nell’ultimo Consiglio Comunale, preleva dall’Asite proprio quei fondi di riserva necessari agli investimenti. E non dà all’Asite gli indirizzi necessari per mettere in equilibrio la gestione economica dei cicli di lavorazione. Con la differenziata al palo e le tariffe inchiodate per paura dell’aumento della TARI, la prospettiva di breve termine è che il prossimo bilancio consuntivo torni ad essere passivo, fatto che non avviene da anni, da due amministrazioni addietro. Se questo, come temiamo, accadrà l’Asite si troverà in grande difficoltà, debole economicamente, sotto accusa per come gestisce i cicli di lavorazione, a rischio di smembramento con la gestione di ambito che incombe. Una prospettiva peggiore non esiste. Il rischio è quello di perdere tutti i servizi, non avere alcuna possibilità di partecipare alla gara per la gestione provinciale, e con l’obbligo di mettere a disposizione la discarica del vincitore”.

RICHIESTE

Da qui l’appello al primo cittadino: “Chiediamo all’Amministrazione Calcinaro di cambiare immediatamente indirizzo, di tornare a spingere sulla differenziata, per raggiungere quanto prima il 65% ed evitare così il rischio di un aumento della TARI nel 2018. Si deve intervenire subito non aggredendo, ma rafforzando l’Asite e il suo cda, fornendo indirizzi chiari e condivisi, trovando a questo punto equilibri e sinergie con altri protagonisti del territorio, per rendere forte una società che è patrimonio di tutti i cittadini ed evitare che, per la gestione dei rifiuti, il fermano diventi terra di conquista per società dai nomi spesso tristemente noti, che non darebbero alcuna garanzia. Chiediamo anche che si valutino nuove strategie. L’Asite è ESCo (energy service company) e può realizzare per conto del Comune, dietro corresponsione di canoni, interventi di riqualificazione energetica che gli permetterebbero di acquisire certificati bianchi, preziosi titoli da mettere in vendita sul mercato energetico. In questa ottica dovrebbe essere valutata l’ipotesi di incorporazione della quota del 51% di Solgas con Asite, in modo da creare una società pubblica più forte, una ESCo capace di offrire servizi a 360 gradi ed in grado di sostenere gli oneri legati alla scissione di Solgas, che ora sono in capo al Comune e richiederanno ricapitalizzazioni continue”.


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