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Loira e la strategia per la sicurezza della città: “La classe politica non può più permettersi di lucrare su singole vicende”

PORTO SAN GIORGIO - Il sindaco uscente candidato al secondo mandato: "Ho sempre ritenuto, al contrario di chi non smette di lucrare su determinate situazioni, che la politica debba avere un altro ruolo, e cioè chiedere e pretendere una distribuzione più adeguata delle Forze dell'Ordine, le uniche realmente preposte al mantenimento della sicurezza"

“Il tema della sicurezza è entrato in maniera debordante in una campagna elettorale nata subito all’insegna di polemiche e strumentalizzazioni, come facilmente prevedibile. Una questione, invece, che va affrontata con molta cautela, responsabilità e nel rispetto di coloro che si possono trovare loro malgrado coinvolti in determinati episodi”. Così il sindaco Nicola Loira interviene, questa volta in veste di candidato per il secondo mandato, sulle polemiche di questi giorni relative alla sicurezza in città dopo alcuni recenti fatti di cronaca.

Loira che entra nel merito e spiega:”Occorre, quindi, fare alcune precisazioni ad iniziare dal ruolo dei Vigili Urbani, tirati in ballo in maniera impropria senza considerare le reali competenze inerenti le Forze dell’Ordine; Polizia municipale che è arrivata ad avere un organico di 11 unità grazie alle 3 assunzioni volute dalla nostra Giunta: una scelta strategica per invertire un trend che, dal 2001, aveva invece visto un progressivo depauperamento dell’organico a causa di pensionamenti, mobilità interne verso altri uffici e soprattutto di mancati reinserimenti; un preciso impegno programmatico portato a termine nonostante i vincoli di legge su assunzioni e turnover, considerando insufficiente il numero di agenti pur in un contesto in cui altri settori della pubblica amministrazione necessitavano di personale”.

Primo cittadino che prosegue: “A questo si aggiunge l’incremento della videosorveglianza in città con sistemi più avanzati e con immagini di ottima risoluzione, oltre ad un investimento sulla manutenzione del sistema già presente. Inoltre, che su mia esplicita richiesta, la stazione ferroviaria sarà chiusa nelle ore notturne fino al primo treno della mattina successiva, onde evitare bivacchi e situazioni di pericolo. Ho sempre ritenuto, al contrario di chi non smette di lucrare su determinate situazioni, che la politica debba avere un altro ruolo, e cioè chiedere e pretendere una distribuzione più adeguata delle Forze dell’Ordine, le uniche realmente preposte al mantenimento della sicurezza. Se si vuole affrontare seriamente la questione lo si deve fare in un’ottica territoriale, in dialogo con le autorità competenti, in primis la Prefettura, chiedendo, indipendentemente dalla possibile istituzione della Questura di Fermo, un presidio fisso delle stesse Forze dell’Ordine sulla costa fermana, in modo da garantire una presenza più efficace e costante degli uomini della Stazione dei Carabinieri di Porto San Giorgio che oggi, invece, con un organico già ridotto hanno competenza su gran parte della costa con la conseguenza di veder limitato il proprio contribuito nell’ambito del territorio cittadino. Ultimamente c’è stato qualche provvedimento del Governo che sembrerebbe scaricare sui sindaci alcune competenze e, a tal proposito, saremo chiamati a breve dalla Prefettura per analizzare l’ultimo decreto legge emanato in tema di sicurezza, un incontro importante per capire con gli altri colleghi come coordinarci al meglio, partendo dalla collaborazione avviata in questi ultimi anni e che ha portato ad interventi con risultati molto positivi”.

Nicola Loira conclude: “La classe politica, quindi, non può più permettersi di lucrare su singole vicende, delegittimando la città che si vorrebbe governare. Penso a come gli stessi che oggi infangano Porto San Giorgio, lo scorso luglio difendevano a gran voce Fermo dalle accuse, infondate, di essere una città razzista. L’ennesima dimostrazione di come sia forte l’attitudine di determinati soggetti a strumentalizzare i fatti, enfatizzandoli per mero tornaconto personale ed elettorale, senza valutare le reali conseguenze dei propri gesti sulla città.


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