di Andrea Braconi
Al suo fianco i responsabili delle tre mozioni: Pierluigi Malvatani per Renzi, Ezio Donzelli per Orlando e Massimo Properzi per Emiliano. Poi il presidente della commissione garanti Cataldo Sforza e l’organizzatore provinciale Leonardo Stortoni. Li ha voluti tutti al suo fianco per dare un segnale chiaro: il Partito Democratico ha vinto la sua sfida e rimane unito.
Ringrazia tutti i volontari, i militanti e i segretari di circolo. E soprattutto chi ha votato domenica in occasione delle Primarie per la scelta del segretario nazionale.
In serata, poi, gli esiti definitivi dei nuovi membri dell’Assemblea nazionale che vede sicuri per il Collegio di Ascoli-Fermo 4 sostenitori di Renzi (Nazareno Franchellucci, Michele Franchi, Anna Casini e Fabiola Girolami) e 1 di Orlando (Francesco Di Vita). Nel caso scattasse un nuovo seggio per la mozione vincitrice entrerebbe Marcello Vallorani, contrariamente il posto andrebbe a Matilde Fagiani.
“Non era scontato questo risultato – esordisce Paolo Nicolai, segretario provinciale del PD – come non sono scontate 4.154 persone che vanno a votare in questa piccola provincia. Ho sentito qualche polemica, ma è normale. Questo è un grande risultato perchè poi le cose vanno contestualizzate”.
E ripercorre gli ultimi e complicati mesi vissuti dal suo partito. “Veniamo dalla pesante sconfitta delle Referendum del 4 dicembre. Siamo al Governo da 4 anni e abbiamo sopportato responsabilità inerenti la crisi. C’è poi una deriva populista che pervade tutto l’Occidente e mette in difficoltà tutti i partiti della sinistra europea. Veniamo anche da una scissione, qualcuno fa finta di non vederlo ma è avvenuta solo poco tempo fa. Io però non dimentico che prima hanno votato 500 iscritti e poi 4.154 simpatizzanti. Il nostro è stato un lavoro enorme ed è per questo che dico che sono felice e anche stupito: la partecipazione è stata importante”.
Doverosa un riflessione sulla consistente flessione rispetto alle precedenti Primarie, quando a livello nazionale votarono 2,8 milioni di persone, rispetto al milione e ottocentomila del 30 aprile, e a livello provinciale furono il doppio. “Si diceva che sarebbe stato un flop sotto al milione di elettori, ce lo aspettavamo e invece abbiamo raddoppiato le nostre aspettative. Al Movimento Cinque Stelle, che critica la partecipazione di quasi 2 milioni di persone e che si intesta il titolo di rappresentante del popolo, rispondo: noi il nostro popolo ce l’abbiamo e sono le persone che sono venute a votare. Non voglio prendere lezioni da chi con un click sceglie un sindaco con 50 votanti. Il nostro è un partito che non prende lezioni di democrazia da nessuno”.
E adesso si apre una nuova fase. “Il PD di 5 mesi fa non è più lo stesso ed è per questo che ho voluto tutti al mio fianco oggi. Qui c’è una classe dirigente unita, al di là della contrapposizione politica, e tutti devono essere responsabili per sostenere al meglio un segretario votato e legittimato da milioni di persone. Auspico inoltre che il nuovo segretario, che ho sostenuto e votato, sappia coinvolgere e soprattutto mantenga la calma, senza la voglia che ha avuto in passato di arrivare troppo in fretta a determinate conclusioni. Perché se il suo fare determinato è una forza, dall’altra il partito serve proprio a questo e i passaggi graduali sono importanti e danno credibilità. C’è il premier Gentiloni da sostenere fino a quando ci saranno le condizioni e c’è un Paese che ha estremo bisogno di riforme”.
Come la Camera di Commercio. “A me non interessa se è unica o doppia, mi interessa che le specificità del mio territorio vengano rispettate e che i servizi siano rapportati e congrui. Auspico che Governo e Regione tengano conto che il nostro territorio ha delle peculiarità: ecco perché serve una riforma veramente giusta. A volte abbiamo fatto riforme troppo veloci, come quella delle Province, facendo cose non perfette, ma da adesso in poi bisogna cercare di fare riforme sì rivoluzionarie ma ben ponderate e rispettose delle questioni locali. Abbiamo grandi responsabilità di governo, ne siamo consapevoli e dobbiamo cercare di essere pronti a sfide importanti e difficili”.
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