di Andrea Braconi
Il 5 maggio di diciassette anni fa la scomparsa. Ieri dalla Sardegna l’omaggio, alla partenza del Giro d’Italia numero 100. E venerdì prossimo, al mattino, l’intitolazione di una scuola primaria a Reggio Emilia.
Gino Bartali è da sempre nei cuori degli italiani. Tutti conoscono il suo talento sportivo, vuoi per i racconti di chi quei periodi li ha vissuti in prima persona, vuoi per la mole di immagini e filmati dell’epoca. Meno persone, invece, sono consapevoli dello straordinario impegno del Gino nazionale durante la seconda guerra mondiale, precisamente tra il 1943 e il 1944, quando nascose centinaia di documenti falsi per salvare tanti cittadini di origine ebraica dallo sterminio. Scelte molto difficili e pericolose, che gli valsero però nel 2013 il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni”.
“L’ideatore del progetto – spiega a Cronachefermane.it Gioia Bartali, residente a Montegranaro e nipote del ciclista – è Andrea Corradi, un insegnante dell’Istituto comprensivo Marco Emilio Lepido di Reggio Emilia che, in stretta collaborazione con la dirigente scolastica, Elisabetta Fraracci, ha pensato di intitolare una delle scuole primarie del suo istituto a mio nonno chiamandola Scuola Primaria Gino Bartali”.
Un progetto che ha visto il coinvolgimento dei bambini, del personale scolastico e dell’intero consiglio d’istituto, e che ha saputo mostrare, rimarca Gioia, il coraggio, l’umiltà e i profondi valori etici e morali che hanno guidato Bartali a salvare la vita di centinaia di ebrei. “La sua storia ha appassionato i bambini, che ne hanno saputo apprezzare anche i meriti sportivi definendolo un eroe coraggioso. Ecco perché ho accettato con grande piacere l’invito a partecipare a questa bellissima iniziativa, durante la quale avrò il privilegio di scoprire la targa intitolata a mio nonno. Il fatto di essere per i bambini la nipote del loro eroe penso che renderà ancora più viva e presente la loro partecipazione. Mi accompagneranno i miei due figli: come madre ho molto a cuore che anche loro conoscano la storia del bisnonno e so già che l’evento li coinvolgerà tantissimo”.
Un uomo, Bartali, che ha sempre rimarcato come lo sport doveva essere prima di tutto una scuola di vita. “Altruismo, sacrificio, amicizia, oltre che lealtà verso i propri compagni sono spunto di grande insegnamento per i ragazzi di oggi. Mio nonno ha saputo tener fede ai propri principi tutta la vita, i cardini della sua grande forza e del suo coraggio sono stati proprio gli amici, la famiglia e la sua grande fede. Oggi parlare di lui ai ragazzi e far conoscere la sua storia significa dare un esempio di vita a tutti loro parlando di altruismo e di coraggio. Significa anche non dimenticare un periodo storico in cui milioni di persone hanno perso la vita a causa dell’Olocausto, il drammatico progetto di sterminio ad opera del regime nazista. Mio nonno ha messo a rischio la sua vita e quella della sua famiglia per salvare quasi 800 ebrei, trasportando documenti falsi nella sua bicicletta. Parlare degli ebrei oggi significa affrontare con i ragazzi anche il tema della discriminazione, che è di grandissima attualità soprattutto nelle scuole, dove si affrontano argomenti come razzismo, bullismo e omosessualità. Far conoscere ai ragazzi la storia di eroi del passato come mio nonno – conclude Gioia – può essere solo da esempio per tutte le generazioni future”.
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