Gigi Zaini, bilanci
tra Serie D ed Eccellenza

IL PERSONAGGIO - Il tecnico ex Grottammare e Tolentino nel massimo circuito marchigiano, nonché Folgore Veregra nella vecchia interregionale, analizza le classifiche finali dei due tornei più importanti del calcio di casa nostra

FERMO – Noto al pubblico del calcio marchigiano con le buone e recenti prestazioni in sella alle panchine di Tolentino e Grottammare nel massimo circuito dilettantistico regionale, salito alle cronache della D con un girone di andata nella stagione alla spalle sopra le righe alla guida della Folgore Veregra. L’ultimo lustro ha dunque messo in luce le prestazioni di Luigi Zaini, dedito alla filosofia del calcio offensivo ma ordinato ed attento anche in fase difensiva. Tra una gara e l’altra con i galloblù veregrensi, Zaini ha conseguito anche il patentino di allenatore professionista Uefa A. Teoria ed esperienza che, come ammette lo stesso mister di origini picene, non vedono l’ora di tornare all’opera sul prato verde.

Zaini, quanto le manca allenare dopo l’ultima esperienza partita benissimo ma culminata con un’implosione generale alla Folgore? Ha ricevuto qualche proposta durante la stagione che sta volgendo al termine?

“Stare lontano dal campo mi manca e molto, per un allenatore è pesante, si ha voglia della domenica, della partita, ma anche del lavoro settimanale. La retrocessione alla Folgore Veregra è avvenuta dopo il mio esonero, nel girone di ritorno è cambiato tutto. Purtroppo nel calcio capita. Durante la stagione aspettavo qualche progetto valido, di chiamate ne ho ricevute, ma non ho visto le condizioni per portare avanti un disegno con profitto. Se inizio ad allenare vorrei farlo con una società che garantisca la possibilità di lavorare in modo tranquillo”.

Fine dei tornei e tempo di bilanci. Che ne pensa del salto in Lega Pro della Fermana?

“Sicuramente Flavio Destro ha fatto un ottimo lavoro. Del resto lo avevo detto in tempi non sospetti. Oltre ad essere un bravo tecnico è una persona preparata e per bene. Al suo fianco va riconosciuta anche l’opera della società, su tutti quella del direttore sportivo Fabio Massimo Conti”.

La griglia playoff dello stesso girone F rispecchia i valori delle squadre inserite?

“Per me si, la sorpresa è l’Olympia Agnonese che negli ultimi anni ha disputato stagioni con l’intento di salvarsi e quest’anno, invece, ha svolto un torneo di livello. Vedo quindi anche la bontà del lavoro svolto dal direttore sportivo Nicola D’Ottavio”.

Uscendo dal contesto fermano, come valuta la retrocessione della Recanatese ed i playout, quasi insperati alla vigilia, del Castelfidardo raggiunti all’ultimo turno?

“Il biancoverdi si sono, per così dire, speciliazzati nelle missioni impossibili. La scorsa stagione furono salvi senza spareggi all’ultima giornata della stagione regolare proprio contro la Folgore. Quest’anno faranno i playout. La sorpresa negativa è proprio la Recanatese, una società seria, solida ed apposto. Forse ha pagato lo sbandamento iniziale che non è riuscita più a correggere, prima e dopo il cambio tecnico. Persi per strada troppi punti ed altrettante chance per riprendere terreno”.

Uno sguardo all’Eccellenza. Cosa si sente di affermare in merito alle fermane Montegiorgio ed alla sua ex compagine folgorina?

“Per quanto riguarda i rossoblù, la vedo come una sorpresa al contrario: per l’esperienza dell’allenatore e la qualità della squadra alla vigilia mi aspettavo i playoff, poi hanno ceduto cammin facendo dei pezzi importanti della rosa ed è logico che la mancanza di maturità ed esperienza di una rosa con l’età media bassa ha contribuito a far perdere terreno. La Folgore è stata invece lasciata un pochettino allo sbando, come lo scorso anno, dove solo il presidente Luciano Bartolini, un tuttofare, era il punto di riferimento non supportato da una struttura societaria definita ed adeguata. Nel merito vanno fatti i complimenti anche all’allora direttore sportivo Claudio Cicchi, che con un budget relativo e poco tempo a disposizione aveva comunque allestito un organico che fino a Natale stava rendendo oltre ogni più roseo pronostico”.

Paolo Gaudenzi

 

Gigi Zaini ai tempi del Grottammare


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