di Andrea Braconi
È un mondo infinito quello dell’olio extra vergine d’oliva, con oltre 600 varietà presenti soltanto sul territorio nazionale. È anche un mondo che, come altri comparti dell’agricoltura soffre di un crollo della produzione, al punto da spingere la capogruppo di Forza Italia Jessica Marcozzi ha presentare un’interrogazione specifica che verrà discussa martedì prossimo in sede di Consiglio regionale.
Ma è soprattutto un mondo dove i produttori, pur tra mille difficoltà, cercano di emergere e, perché no, di educare i consumatori ad un uso consapevole.
Come Maria Paola Gabusi, proprietaria di oltre 200 ulivi e di una struttura ricettiva sul lago di Garda, che ha preso in mano uno dei concorsi più importanti a livello internazionale, il Leone d’Oro dei Mastri oleari che si tiene a Milano da ben 26 anni, ridandogli slancio ed un approccio diverso, sia nei confronti dei nuovi mezzi di comunicazione che di connessione con le attività di ristorazione.
Un evento dedicato esclusivamente agli oli di alta qualità, sia italiani che stranieri, arricchito da premi riguardanti anche il packaging (un trionfo per il Cortijo El Puerto), fino a quelli assegnati da una giuria di bambini e da un gruppo di bloggers, instagramers, cuochi e nutrizionisti (che hanno scelto come migliore Lo Smeraldo dell’azienda Macchia Verde Bio.
La nostra partecipazione è diventata anche l’occasione per uno scambio di opinioni, con un forte accento sull’importanza della tutela delle biodiversità e di chi l’olio lo produce, curando terra e ambiente. “Nessuno parla di una realtà di produttori – ci ha spiegato Maria Paola – che hanno un’altissima attenzione per il prodotto, un’altissima qualità del prodotto finale e fanno fatica a sopravvivere perché non riescono a vendere. E non riescono a vendere perché dal punto di vista della comunicazione passa il messaggio che basta comprare l’olio da 3 euro al litro e ha comprato un olio buono. Ma noi stiamo lavorando per far capire che non è così”.
Diversi gli oli marchigiani presenti al Leone d’Oro, tra i quali il monovarietale Ascolana Tenera Spalìa, prodotto dall’azienda L’Olivaio di Castelleone di Suasa, nell’Anconetano, entrato tra i 9 finalisti e capace di conquistare i favori dei giurati, pur non ottenendo riconoscimenti. A vincere, infatti, sono stati:
– per il fruttato leggero il Monocultivar Casaliva dell’azienda Il Brolo di Polpenazze del Garda (BS);
– per il fruttato medio le selezioni Coratina dell’azienda Le Tre Colonne di Giovinazzo (BA);
– per il fruttato intenso l’Evo dell’azienda Giacomo Grassi di Greve in Chianti (FI).
Molto apprezzati i vincitori tra gli oli stranieri, tutti spagnoli:
– per il fruttato leggero El Empiedro della Olivarera la Purisima;
– per il fruttato medio il Bravoleum Picual della Explotaciones Jame S.L.;
– per il fruttato intenso ex aequo l’Acanto Oro della Evoo Acanto S.L. ed il Parqueoliva serie Oro della Almazaras de la Subbetica.
Infine, il premio Piccoli Produttori Italia, assegnato al Gran Cru dell’azienda Figini di Olginate, in località Marocco, in provincia di Lecco.
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