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Marche: cresce l’export trainato
dall’e-commerce

STATISTICHE - Una regione, le Marche, che si sta distinguendo nel panorama nazionale per la capacità di sfruttare i nuovi canali grazie a politiche innovative, iniziative private e pubbliche.

 

Numeri positivi per le esportazioni dei prodotti marchigiani: nel 2016 sono stati 190 i Paesi nel mondo in cui gli imprenditori della regione hanno esportato le loro merci. Un settore in forte espansione in cui a farla da padrone sono il manifatturiero e l’agroalimentare, e che ha toccato tutti i continenti. Numeri che vanno ben oltre quelli della media nazionale: nel manifatturiero 6% di crescita rispetto al 2015 a fronte di un valore italiano dell’1,2%.

 

La crescita sopra la media nazionale è il dato più importante emerso dalla ricerca sull’export effettuata dal Centro Studi di Cna Marche in collaborazione l’Ufficio Studi di Confartigianato Marche rielaborando le statistiche Istat. Il mercato più importante per le esportazioni rimane quello europeo dove lo scorso anno è stato venduto oltre il 60% delle merci, pari a 7,2 miliardi di Euro. Tra i Paesi che apprezzano di più l’export marchigiano ricordiamo la Germania, il Belgio, la Francia e gli Usa. In diminuzione gli scambi commerciali verso la Russia e l’Arabia Saudita (-13,7% dall’ultima rilevazione). A farla da padrone ancora il settore della moda, seppur in calo rispetto al 2015, con la meccanica strumentale e i prodotti farmaceutici che segnano un trend opposto e registrano incrementi significativi. Bene anche i prodotti metalliferi e gli apparecchi elettrici.

 

Trend positivi confermati dai primi tre mesi del 2017, nei quali si registra una forte crescita del settore agroalimentare che segna un +6% rispetto al 2016, a dispetto di una situazione internazionale ricca di tensioni. È quanto afferma una recente analisi della Coldiretti regionale sugli ultimi dati trimestrali Istat. Un dato ancora più significativo se paragonato a quello generale delle esportazioni, in crescita dell’1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Agroalimentare che cresce negli Stati Uniti, nonostante gli interventi protezionistici della nuova amministrazione, in Gran Bretagna, in Cina e nella stessa Unione Europea dove la percentuale di esportazioni è aumentata del 20%.

 

Numeri e dati estremamente positivi che trovano una sponda importante nelle esportazioni legate all’e-commerce. Quella di vendere all’estero attraverso la rete sta diventando una delle modalità più utilizzate, soprattutto da quelle piccole e medie imprese che non hanno a disposizione i canali distributivi e la forza commerciale dei grandi brand. PMI che grazie alle innovazioni del web, ai miglioramenti della logistica dei trasporti e ai servizi specifici ideati da gestori di spedizioni si riscoprono competitive a livello internazionale.

 

Poste Italiane, ad esempio, ha sviluppato servizi di spedizione pacchi pensati per l’e-commerce, che comprendono il ritiro in azienda e il tracking completo della spedizione. L’integrazione di questo servizio di Poste Italiane con la piattaforma Packlink consente alle piccole imprese di spedire all’estero in maniera economica, incrementando l’efficienza della propria logistica. Packlink è infatti un comparatore di tariffe dei corrieri espressi, in cui è possibile acquistare i servizi dei principali spedizionieri italiani e internazionali a costi scontati e direttamente online, semplificando i processi aziendali. A ulteriore conferma dell’importanza dell’e-commerce per l’export è arrivato il report dello scorso marzo dell’osservatorio Export della School of management del Politecnico di Milano. Una ricerca che ha sottolineato come la vendita dei beni di consumo attraverso i canali digitali sia cresciuta del 24% rispetto al 2015 e abbia raggiunto la cifra di 7,5 miliardi di Euro.

 

Tra i prodotti più esportati attraverso il web ancora una volta la moda e abbigliamento (che rappresentano il 60% del totale) seguiti dall’agroalimentare al 17%, comparto che è cresciuto di un notevole 32% in un anno, e dai prodotti di arredamento e design. Per quanto riguarda la distribuzione sono ancora i grandi retailer a ritagliarsi la fetta più grande con il 52% del fatturato dell’export digitale; a ruota al 34% e in forte espansione i marketplace, i siti di vendita privata e le sezioni e-commerce delle aziende produttrici.

Una regione, le Marche, che si sta distinguendo nel panorama nazionale per la capacità di sfruttare i nuovi canali grazie a politiche innovative, iniziative private e pubbliche. Tra le più importanti la nascita del portale MYMARCA, sito di e-commerce che promuove l’identità marchigiana nel mondo attraverso un network di realtà produttive locali legate all’enogastronomia, al design, al turismo e agli outlet.

 

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