Il ‘Bar Betty Amarcord’ fa centro:
di nuovo insieme dopo 30 anni

PORTO SAN GIORGIO - L'organizzatrice della rimpatriata, Betty Squadroni: "Sto pensando di farla diventare un appuntamento fisso, magari ogni due anni"

Il Bar Betty Amarcord, la rimpatriata organizzata dal Betty Squadroni con tutti gli amici che negli anni ’70/’80 frequentavano il suo chalet di allora, fa centro. Squadroni, infatti, oggi titolare dell’agenzia viaggi Vela azzurra, ha richiamato in città, più precisamente allo chalet ristorante Cobà, tutti quei bambini che in quegli anni hanno stretto amicizia. Un’amicizia dopo 30 anni più forte che mai. Il lavoro, le famiglie, gli impegni li hanno portati in ogni angolo d’Italia, qualcuno anche all’estero. Ma i ricordi non si cancellano. E proprio questi hanno spinto un’ottantina di quei bambini di ieri, oggi uomini e donne affermati, padri e madri di nuove generazioni, a ritrovarsi a Porto San Giorgio. “Ho scoperto che molti hanno prenotato una vacanza di una settimana da noi approfittando dell’evento. Sono tornati anche alla riscoperta di una località che era stata abbandonata. Un’idea di vacanza balneare ma che probabilmente potrà esserlo per il futuro con i figli e nipoti. Qualcuno – sorride soddisfatta Squadroni – ha anche rivisto quello che poteva essere un grande amore delle estati degli anni ’80. Nel corso della serata ci è scappata anche qualche lacrima quando abbiamo ricordato gli amici che non ci sono più. C’erano amici di Milano, Rovigo, Foggia, Bari e Firenze. Oltre al desiderio che avevamo di rivederci, ho pensato con questa iniziativa anche di fare incoming, ossia accoglienza. C’erano pure la bella e la bestia come ai vecchi tempi, ma a distanza di 35 anni, niente da fare: lei è sempre irraggiungibile. Se venissero anche gli amici Grottazzolina, Montegiorgio e Fermo, allora sì che dovremmo andare a Rivafiorita, come ci aveva suggerito Catia Ciabattoni”, sottolinea l’ex titolare del bar di famiglia, posseduto prima di lei dalla nonna e dalla mamma Giovanna Silenzi, presente ovviamente alla serata. “Sinceramente – aggiunge Squadroni – sto pensando di far diventare la rimpatriata un appuntamento fisso, magari ogni due anni. Abbiamo proiettato le foto dell’epoca e poi ci siamo fotografati. Una ragazza è nel consiglio d’amministrazione della Juventus, un altro lavora per un’organizzazione umanitaria, poi abbiamo architetti, avvocati, imprenditori. E dopo la cena, rispettando la tradizione, tutti a prendere un gelato da Pelacani”. Betty ringrazia Pio Panfili, Vittorio Peretta e il fratello Roberto per averla aiutata nell’organizzazione.

 

 


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