di Andrea Braconi
Angelo Serri, patron di Tipicità, lo ha definito l’hub del Grand Tour delle Marche. Un accostamento tra il classico, nello specifico le Cisterne Romane di Fermo, e le produzioni di tutto il territorio regionale, in mostra fino al 31 agosto.
“Sono 20 gli eventi, partiti a maggio – ha spiegato Serri – che parlano di cibo e del saper fare, una scelta fatta in occasione di Expo 2015 per uno storytelling del territorio regionale. Assume un significato particolare in questo anno, mentre camminiamo verso l’Expo 2020 a Dubai. Ecco, noi rappresentiamo una connessione tra questi due grandi eventi. Da Fermo, quindi, parte un nuovo modo di raccontare le tante risorse delle Marche e soprattutto la novità delle opere degli artisti marchigiani. Le nostre risorse necessitano di essere raccontate in maniera adeguata e mi fa piacere comunicare che con Pesaro stiamo iniziando un percorso con Tipicità, una realtà che mancava ma con la quale potremo collaborare in maniera egregia”
Una gallery con una vesta rinnovata, quella allestita all’interno delle Cisterne Romane, con teche fatte per l’occasione da un imprenditore locale, Alessandro Santoni (dotate di un QR code che permette di per avere informazioni attraverso lo smartphone), e con grandi riferimenti a personaggi marchigiani, tra i quali Licini e Di Ruscio, con l’architetto Andrea Mangialardo che ha studiato un percorso integrato.
“È in allestimento anche una piattaforma per sviluppare il proprio viaggio nelle Marche in base alle singola esigenze”, ha aggiunto Serri.
“Quest’anno è particolarmente importante la presenza del Grand Tour delle Marche – ha sottolineato il sindaco Paolo Calcinaro – e quello che facciamo mettendoci in rete in questo 2017. Oggi la sfida è quella di rispondere a quanto portato dal sisma ed ecco che aprire dei link che possano sostenere varie realtà nello svolgimento di ulteriori eventi è fondamentale, il sostenerci, il capire che nelle Marche siamo sulla stessa barca. Fare rete significa non incorrere in gelosie e capire che la crescita di una città vicina a noi è la crescita di un territorio e che i benefici possono ricadere su tutto il territorio circostante. Fermo ne è un esempio, è una città che non ha una particolare ricettività turistica se non quella dei camping e quindi si nutre della ricettività del territorio e del resto della regione. Di Fermo, più piccole e più grandi, ce ne sono molte in questa situazione. Dobbiamo provare a reagire e a rimanere forti sul tema dell’accoglienza e della convinzione che per tante realtà marchigiane il turismo possa rappresentare una new economy, indirizzata verso i giovani che spesso hanno difficoltà a trovare sbocchi lavorativi”.
Giovanni Bastianelli, direttore dell’Enit, presente grazie all’interessamento di Amato Mercuri, ha spiegato come l’Agenzia Nazionale del Turismo abbia 23 sedi in tutto il mondo con il ruolo di promuovere il turismo italiano all’estero. “Stiamo cercando di riposizionare il messaggio che l’Italia da all’estero. Ma la prima cosa che dico è che ci deve essere sullo sfondo il tema di quello che hanno passato queste aree, serve per migliorare. Credo che bisognerebbe avere la forza di riconoscere nel turismo e nell’agricoltura più fiducia e più decisione che sono queste le cose che possono risollevare questi territori. Bisogna crederci”.
L’Italia, ha spiegato, è una superpotenza del turismo e rimane al primo posto come destinazione per turisti extra europei. “Siamo però dietro alla Spagna in valore assoluto perché è molto più brava di noi nella vendita di quello che ha. Ce la giochiamo, invece, alla pari con la Francia. Dobbiamo conoscere il mercato e come sono strutturati i flussi per regioni, come le Marche, dove il mercato italiano è molto più forte di quello straniero. A Fermo l’80% degli italiani appartengono o alle stesse Marche o alle regioni confinanti. L’escursionismo è quello che fa in territori come questi la parte del leone. Il trucco? Se vogliamo fare successo dobbiamo stare insieme, da soli non si va da nessuna parte”.
L’esigenza principale resta la cultura dell’ospitalità. “Non è solo quella degli alberghi o dei ristoranti verso i consumatori diretti, ma è tutto ciò che il turista incontra nella sua esperienza nel territorio. Non vuol dire solo sorriso, ma un atteggiamento di quelli che vogliono fare bella figura. Se un territorio e gli abitanti di questo non hanno l’orgoglio di far vedere quello che si ha, non convinceranno mai il turista. Turismo si fa con l’orgoglio, se non c’è questa cosa è meglio non cominciare”.
Cruciale il ruolo della promozione. “Per città come Fermo quello di accompagnare il turista nel suo viaggio è un aspetto fondamentale, non affidiamoci soltanto alle tecnologie pur fondamentali per alcuni aspetti. Ma è ancora importante essere presenti nelle guide di riferimento, anche quelle cartacee, soprattutto internazionali, sempre molto seguite ed utilizzate”.
Un passaggio importante Bastianelli lo ha dedicato alla questione terremoto. “Come Enit stiamo facendo questa iniziativa con le moto Guzzi per rilanciare le zone del sisma, con passaggi nei fine settimana soprattutto in quelle località non colpite. È un messaggio per far vedere che queste realtà sono vive. Far vedere per mesi le macerie ha fatto molto danno. Ma questo non vuol dire nascondere le notizie, piuttosto avere equilibrio tra la parte di cronaca e sentire la responsabilità di far ripartire questi territori”.
Infine, la grande sfida: i cosiddetti repeaters, cioè i turisti che tornano. “Su questo aspetto siamo un po’ scarsi, dobbiamo rendere i territori più vivi, dobbiamo lavorare mettendoci nei panni del turista dandogli motivo per tornare da noi. È l’attività più importante che c’è nel turismo e bisogna avere tante idee, diversificare il prodotto, non dobbiamo scandalizzarci per una sagra della porchetta seguita da una mostra su Rembrant: spesso è anche bello e utile farlo insieme, la vitalità di un territorio la si vede anche dalla differenziazione delle attività che lì si svolgono”.
“Se non ci appassioniamo alle realtà che abbiamo – ha affermato Graziano Di Battista, presidente della Camera di Commercio di Fermo – è difficile anche raccontarle e promuoverle. Proprio con Tipicità abbiamo pensato di portare al Micam i prodotti del territorio, quelle cose che sappiamo incidere fortemente nell’attrarre il turista. E se riuscissimo a farlo in maniera strutturata in tutte le iniziative nel mondo, sarebbe una comunicazione fondamentale, un passa parola di tipo planetario che nel tempo dà risultati”.
Francesco Adornato, rettore dell’Università di Macerata, ha rimarcato come i presenti abbiano dimostrato l’esigenza della consapevolezza del fare sistema. “C’è un’orizzontalità che muove i passi condivisi. Poi la presenza di questo rapporto, con la struttura centrale che guida il turismo che si confronta con i territori. La globalizzazione rende i territori protagonisti rispetto al passato del proprio destino e del proprio sviluppo, a partire delle proprie identità. E in questo senso fare sistema consente di impaginare i turismi, di assorbire le pluralità dei turismi. Inoltre, dobbiamo fare attenzione alle politiche comunitarie sul turismo, non solo per le risorse ma perché attivano dei meccanismi che possono diventare attrattivi. Inoltre, dobbiamo credere ed investire nei giovani, che sono ambasciatori del nostro territorio”.
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