Leonardo Virgili, presidente del comitato organizzatore del Quarantennale della Società Sportiva Monte San Martino, consegna la maglia della squadra a Bruno Pizzul
di Marco Cencioni
Quando l’amore per il calcio è l’orgoglio di una comunità. Quando la celebrazione per un traguardo importante muove la storia e i ricordi prendono vita. Quando la voce leggendaria di uno sport, come quella magica e inconfondibile di Bruno Pizzul, racconta le gesta di quelli che hanno calcato, e calcano, i campi per pura passione. Quando le parole rendono omaggio a uomini che non ci sono più ma che vivono nella mente di tutti quelli che li conoscevano, e nell’immaginario di chi non ha avuto questa fortuna, allora arrivano i brividi, anche se sotto il sole cocente. E’ stata una tre giorni dalle emozioni forti quella che ha vissuto Monte San Martino nel weekend. La società sportiva ha festeggiato, davvero in grande, i suoi primi 40 anni di storia. Lo ha fatto trasformandosi in un enorme terreno di gioco che dal campo sportivo fino al “Monte”, la parte più alta del paese, ha abbracciato personaggi che hanno vestito una maglia, difeso i suoi colori, trascorso momenti indimenticabili. Di quelli che solo correndo dietro ad un pallone si possono provare. Dall’incontro amichevole contro la squadra di Amatrice, al torneo dei Pulcini, per arrivare al quadrangolare delle squadre che hanno fatto la storia della società biancoazzurra dal 1977 ad oggi, passando per la mostra fotografica, il convegno sul valore dell’associazionismo per la ripartenza dopo il sisma con l’olimpionica Giovanna Trillini, le esibizioni di freestyle, la lotteria con i premi offerti dalle grandi società del calcio italiano.
Foto di gruppo per le squadre di Monte San Martino ed Amatrice, protagoniste di un’amichevole allo campo sportivo Piergiorgio Stortini
Un programma ricco di appuntamenti quello voluto dal comitato organizzatore – magistralmente condotto da una delle anime della squadra, Leonardo Virgili – che ha avuto il suo evento clou domenica in un pomeriggio denso di emozioni. Il campo sportivo ha, ora, la targa che ricorda colui a cui è stato intitolato. Più che una targa è un’opera d’arte, dell’artista Simona Tesei, che ritrae Piergiorgio Stortini, uno degli uomini che hanno fatto grande il paese. Uno dei pioneri del calcio locale, scomparso prematuramente nell’aprile 1981. Il campo gli venne intitolato il 3 novembre del 1985, giorno dell’inaugurazione, e a tagliare quel nastro fu la figlia Silvia che ieri, assieme al sindaco Valeriano Ghezzi (poi sceso in campo con la maglia numero 2) ha svelato l’opera che “colma una lacuna, un debito che paghiamo oggi e che ci portiamo dietro da tempo”. Queste le parole usate dall’appassionato speaker dell’evento, Lorenzo Marini, un ragazzo di Monte San Martino che ad ogni parola pronunciata rende viva la passione per la sua squadra.
Il vice presidente Coni Marche Giovanni Torresi, Giovanna Trillini e il sindaco di Monte San Martino Valeriano Ghezzi
E’ lui la voce che narra senza esitazioni le azioni delle partite che vanno in scena poco dopo (con a bordo campo gli interventi di Benedetta Cossignani Veronesi, che canta anche l’inno nazionale prima dell’inizio della manifestazione) e il commento tecnico di Bruno Pizzul che legge i nomi, e anche i soprannomi, di tutti i partecipanti. Momenti bellissimi per tutti gli sportivi quando la leggenda delle telecronache si trova a sottolineare “l’efficace contrasto del difensore roccioso”, “la palla che lambisce il palo”, “il pregevole giropalla della difesa”, “l’ottimo spunto dell’ala mancina” o “la buona gamba del centrocampista centrale”. Pizzul, ospite all’Hotel Horizon, è arrivato nel piccolo centro dell’entroterra maceratese già in mattinata, in compagnia della moglie con la quale ha partecipato alla messa. Un piatto di vincisgrassi sotto il tendone della Pro loco e qualche ora di relax prima di arrivare all’impianto sportivo: «Mi avete accolto nel migliore dei modi possibile, è una cittadina stupenda – ha detto il giornalista – si mangia benissimo e l’organizzazione dell’evento è meticolosa e davvero di qualità. Per me è un piacere aver vissuto questa giornata in vostra compagnia». Divisi in quattro decadi, sono scesi in campo i Campioni (quelli del decennio che portò alla conquista della Coppa Marche, punto più alto della sportiva) contro Futuro (gli attuali protagonisti della squadra che milita in Terza categoria), poi i Pioneri (i primi a vestire la maglia biancoazzurra) contro i Promossi (che centrarono la prima, ed unica, promozione in Seconda categoria nella stagione 94/95).
Contano poco i risultati, vince il piacere di esserci. Ma soprattutto, prima che inizino le “sfide”, vince Emanuele Vignaroli. E’ lui il giocatore più forte della storia del Monte San Martino, votato sulla pagina Facebook dell’evento con il 52% delle preferenze, un plebiscito. E’ scomparso a maggio del 2010, vittima di un incidente in scooter. Ed è proprio Leonardo Virgili, amico e compagno di tante partite, a ricordarlo con una lettera che diventa poesia, letta al piccolo Manuel, 12 anni, il figlio del centravanti rimasto nel cuore di tutti. Manuel ascolta e indossa la maglia con il nome del papà, riceve la targa celebrativa. Poi, mentre iniziano le partite, gioca anche lui sugli spalti. Corre con il pallone e, un giorno, calcherà quel campo. Segnando per quella squadra di cui il padre ha fatto la storia, con quella maglia che il padre ha tanto amato.
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