Post sisma, serve subito un cambio di passo: le proposte di Articolo 1 – Mdp

MONTEFORTINO - Il resoconto della conferenza stampa tenutasi questa mattina alla presenza di Ciaffaroni, Ricciatti, Busilacchi, Montesi e Marrozzini

Il Coordinamento Regionale di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista ha presentato oggi in una conferenza stampa un documento politico programmatico sulla questione terremoto, scegliendo di intervenire da uno dei comuni marchigiani più colpiti dagli eventi sismici, vale dire Montefortino, il cui sindacoDomenico Ciaffaroni, esponente del movimento, ha aperto la sala del Consiglio Comunale, ancora parzialmente inagibile. Una scelta per manifestare anche concretamente la vicinanza alle comunità montane, ai territori ed agli amministratori locali tutt’ora impegnati a fronteggiare una situazione emergenziale, sebbene tra pochi giorni ricorrerà il primo anniversario del sisma. Presenti anche l’onorevole Lara Ricciatti, vice-capogruppo alla Camera, il consigliere regionale Gianluca Busilacchi ed i coordinatori provinciali di Ancona, Macerata e Fermo.

Nel confronto con la stampa, Massimo Montesi ha illustrato il documento, precisando che si tratta volutamente di un documento generale cui seguiranno delle iniziative e delle azioni più specifiche sul tema, anche in conseguenza di sollecitazioni che il Movimento sta raccogliendo sul territorio da parte di realtà sociali, associative e produttive, e puntando subito l’attenzione su due questioni fondamentali: passare nel più breve tempo possibile dalla fase di emergenza alla fase della ricostruzione; ripensare una governance diversa per progettare il futuro dei territori colpiti con istituzione di un tavolo più ampio (non solo la Regione da una parte ed i sindaci dall’altra) per non perdere una fondamentale visione di insieme.

A seguire l’intervento del Sindaco Ciaffaroni che ha sottolineato come per far ripartire l’economia e lo sviluppo sia ora di riportare le popolazioni nel luogo di origine provvedendo nel più breve tempo possibile a predisporre abitazioni e servizi. Lo stesso sindaco ha tenuto a ringraziare Errani per la disponibilità sempre manifestata e la capacità di ascolto dei territori, diversamente da quanto accaduto con alcune scelte non proprio felici operate dalla Regione come per esempio quella sul piano delle opere pubbliche. È arrivato il tempo, ha precisato Ciaffaroni, di ridisegnare l’are del cosiddetto cratere sulla base di una mappatura del danno effettivo dovuto ai sismi, per evitare il concreto rischio di disperdere le risorse invece di concentrarle sugli interventi realmente necessari.

La Ricciatti ha snocciolato gli interventi più urgenti cui mettere mano nei prossimi mesi e prima che sopraggiunga di nuovo l’inverno: consegna di tutte le casette per la popolazione e dei moduli stalla per gli allevatori che ne sono ancora sprovvisti; nel ridisegnare una nuova Governance serve anche individuare chi fa cosa e attribuire le responsabilità di decisione e coordinamento; rilancio delle attività produttive anche con istituzione di una effettiva No Tax Area anche sperimentale; le Istituzioni debbono farsi carico di avanzare delle proposte che contengano una visione futura su infrastrutture, servizi e welfare e di come saranno le comunità montane nei prossimi anni a seguito della ricostruzione; urgenza e priorità per le scuole, visto che coloro che sono lungo la costa sono stati costretti ad iscrivere i propri figli presso plessi scolastici lontani dai luoghi di origine.

Il consigliere regionale Busilacchi ha ribadito l’azione politica svolta in Regione con l’approvazione di tutti gli emendamenti proposti come Articolo 1 – MDP alla proposta di legge per semplificare la normativa sulla ricostruzione in seguito al sisma. Ha poi ribadito che la questione sisma non può e non deve rimanere confinata a livello territoriale, ma deve essere assunta come priorità nazionale. Di qui l’annuncio che in autunno ci sarà un incontro cui parteciperanno esponenti di rilievo nazionale perché i riflettori e l’attenzione dell’opinione pubblica non debbono mai spegnersi sui luoghi colpiti così duramente dal terremoto e per i quali il tempo della normalità è una conquista ancora lontana. Solo a Montefortino, infatti, sono ancora oltre 500 le persone che non sono rientrate nella loro casa.

Infine Sonia Marrozzini ha evidenziato che per evitare gli intoppi burocratici e il conflitto tra norme cui si è assistito, si dovrebbe quanto prima sviluppare una normativa base da utilizzare nel caso, ormai ricorrente in Italia, in cui le Istituzioni locali e Nazionali si trovino a dover gestire situazioni critiche ed emergenziali quali quelle legate ad eventi tellurici, specificando le procedure, i centri di responsabilità, e anche le risorse cui attingere.

IL DOCUMENTO

Un anno fa assumemmo tutte e tutti un impegno preciso: il dramma del terremoto non sarebbe finito una volta spente le luci delle telecamere. Oggi il nostro lavoro è indubbiamente più difficile poiché dei sismi che hanno inginocchiato quattro regioni e causato il 62% dei danni totali nelle Marche non se ne parla più ed i nostri territori soffrono. Perché questa tragedia deve restare un problema di tutti, nazionale. In questi mesi la politica e le Istituzioni non sono riuscite a compiere il passo più importante, che porta all’avvio della ricostruzione superando la fase dell’emergenza. Vogliamo dirlo con estrema chiarezza: le casette devono essere tutte disponibili entro la fine dell’anno, così come l’acquisizione degli alloggi da parte di Erap deve essere accelerata. Nel corso di quest’anno abbiamo affrontato 3 decreti, 34 ordinanze, visto 32.647 persone nelle Marche fuori dalla propria abitazione, Superate nelle Marche le 100mila tonnellate di macerie rimosse nelle aree colpite dal sisma: 49.739 tolte dalle strade (49,7%), 37.172 (37%) di materiale raccolto da edifici pubblici crollati e 14.824 da edifici privati (15%). Nella provincia di Macerata rimosse in totale 49.897 tonnellate: 15.857 da strade o per la messa in sicurezza di strade, 26.730 rimosse dagli edifici pubblici e per le aree private la quantita’ si aggira intorno alle 7.309. Nella provincia di Ascoli Piceno rimosse 51.574 tonnellate: 33.617 da strada, 10.441 da edifici pubblici (dato riferito principalmente ad Arquata del Tronto), mentre dalle aree private si e’ raggiunti quota 7.514. In particolare il materiale gia’ lavorato ad Arquata del Tronto e’ di oltre 48 mila tonnellate. Per quanto riguarda l’area del cratere di Fermo gia’ rimosse 263 tonnellate concentrate principalmente a Montefortino e Amandola. La conclusione delle operazioni di rimozione e’ prevista per la fine novembre, con un flusso giornaliero pari a 380 tonnellate per 33.314 tonnellate complessive. In merito al cratere va detto che le misure andrebbero differenziate poiché non tutti i paesi sono stati danneggiati in maniera uniforme, pertanto misure diverse diventano necessarie. Per questo riteniamo essenziale che si arrivi nel più breve tempo possibile una governance del territorio che viaggi su due livelli: una fra regione e province che potremmo definire di “area vasta” fatto da Istituzioni con autorità decisionali ed uno più ampio con il coinvolgimento del mondo delle associazioni delle imprese e del lavoro capace di ridisegnare la strategia economica e sociale futura. Crediamo questo poiché non si può affidare il giudizio sulla ricostruzione ai singoli sindaci che immaginano una progettazione entro i propri confini comunali. Ecco perché va immaginata una governance più ampia, sia per la ricostruzione che per il futuro, una sorta di patto territoriale.

Far ripartire le attività produttive senza i servizi -o viceversa – rischia di non soddisfare le esigenze di vita quotidiana che nel frattempo si è impiantata in altre zone costiere della regione poiché a causa degli evidenti ritardi nelle Marche c’è il rischio sempre più concreto di avere comuni con soluzioni abitative di emergenza ma senza aule scolastiche e viceversa. Ritardi che diventano ancor più gravi e clamorosi se si osservano i dati sui sopralluoghi Fast ed Aedes per verificare le condizioni di stabilità degli edifici investiti dai sismi. Nelle Marche restano ancora da effettuare 18.000 sopralluoghi ma mancano i tecnici per farli eseguire. Continuiamo a rilanciare una proposta non utopica: si realizzi una no tax area vera, competitiva che permetta soprattutto alle piccolo e medie imprese di riaprire nelle zone del cratere cercando di far ripartire il mercato interno ed il sistema produttivo. Il faro che deve guidare l’agire politico ed istituzionale è la cura dei territori, cercando di evitare lo spopolamento della montagna. L’obiettivo deve essere dare una vocazione all’entroterra e questo lo si può fare proponendo un modello di sviluppo.


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