di Sandro Renzi
A fare chiarezza è l’ordinanza 147 a firma del comandante Giovanni Paris. Revocata la pista ciclabile ricavata sulla corsia est di viale Cavallotti e delimitata da una striscia gialla ormai sempre più sbiadita. Dopo 25 anni (la prima ordinanza risale infatti al ’92) l’Amministrazione comunale chiude definitivamente quella ciclabile, che metteva in collegamento piazza Marina a via Milano.
Il motivo è semplice. Va ricercato nei lavori di riqualificazione urbana di viale Cavallotti, gli stessi che hanno consentito di realizzare una pista ciclabile a ridosso della ferrovia, anche all’interno dei giardini storici, di certo più funzionale e sicura per gli amanti della due ruote. Al contempo viene confermato il divieto di sosta per le auto nello stesso tratto di strada, sempre lato est.
“La carreggiata stradale ha una larghezza tale da non consentire la contemporanea sosta su ambo i lati ed il transito veicolare” scrive il comandante della Polizia municipale nell’ordinanza. Documento che, peraltro, etichetta il percorso finanziato con le risorse dello Stato, espressamente come “pista ciclabile”. Ed è lì, quindi, che da oggi le biciclette dovranno transitare. In uno spazio a loro riservato e delimitato.
Con questa operazione, almeno sulla carta, si dovrebbero mettere a tacere le polemiche e le liti quotidiane tra automobilisti e ciclisti indisciplinati che si ostinano, in sella alla loro bici, ad utilizzare la strada pur avendo a disposizione una pista ciclabile. Altro discorso, con annessa polemica sui social, riguarda invece la fruizione di quella stessa pista da parte dei pedoni, sebbene il cartello affisso dagli uffici comunali indichi in maniera inequivocabile che quella è una pista ciclabile e non anche pedonale. Ma la promiscuità prosegue senza sosta ed i pericoli per passeggini e carrozzine sono dietro l’angolo. Eppure accanto alla pista c’è una ampia striscia di terra battuta che potrebbe agevolmente essere calpestata dai pedoni senza interferire col passaggio delle due ruote. Per non parlare del marciapiede lato ovest, anch’esso molto ampio, e riservato, questo sì, ai soli pedoni.
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