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Presentati i risultati degli scavi a Torre di Palme: la necropoli in un convegno

FERMO - Le tombe sono state già reinterrate lasciando all’interno traccia e riferimenti dello scavo effettuato, ricoperte con geotessile e l’area è stata restituita al proprietario per i lavori agricoli.

 

All’inizio di quest’anno, durante gli scavi di un metanodotto Edison, è venuta alla luce una necropoli picena risalente presumibilmente al VI secolo a.C. (leggi articolo con video) e grazie alla collaborazione tra il proprietario del terreno, l’azienda Edison, la Soprintendenza, la soc. coop. Archeolab e una squadra di archeologi, è stato possibile effettuare un lavoro certosino di recupero e messa in sicurezza del materiale, che ora si trova ad Ancona per il restauro e per approfonditi studi. Le tombe sono state già reinterrate lasciando all’interno traccia e riferimenti dello scavo effettuato, ricoperte con geotessile e l’area è stata restituita al proprietario per i lavori agricoli.

Nei giorni scorsi a “Largo Milone” di Torre di Palme (Fm), l’Associazione Turris, con il patrocinio del Comune di Fermo, ha organizzato un incontro informativo nel corso del quale Letizia Baffoni ha introdotto e moderato una partecipata conferenza di presentazione dei risultati degli scavi, dando la parola ai professionisti coinvolti.

Fabio Lunerti, geomorfologo, ha fatto una panoramica su come nel VI secolo a.C. dovevano essere il clima e l’aspetto del territorio di Torre di Palme, che dalle indagini geologiche, confrontate con le fonti storiche, doveva presentare una costa diversa rispetto a come la vediamo oggi. Giorgio Postrioti, funzionario di zona per la Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Marche, ha descritto la struttura della necropoli e le tombe in dettaglio che si possono suddividere in due gruppi distinti: il primo è costituito da due sepolture di donne, scavate in alto sul costone a dicembre 2016, che nel corredo presentavano entrambe un anellone piceno posto sul bacino, il secondo gruppo di 19 tombe, suddivise in due gruppi – probabilmente familiari – situate più in basso, a una profondità di circa due metri dal livello di campagna. Non è il primo ritrovamento in zona, già dalla fine del 1800 e in varie occasioni nei decenni successivi ci furono sia rinvenimenti occasionali (per esempio oggetti affiorati durante lavori agricoli) sia scavi resi noti. Laura Foglini, coordinatrice dei lavori per conto della Soprintendenza, ha mostrato invece con immagini e video come in questo caso si siano usati tutti i criteri per un corretto scavo archeologico e relativa documentazione, dal rinvenimento, alla documentazione fotografica per tutto l’avanzamento lavori, alla realizzazione di disegni archeologici, il recupero e primo intervento degli scheletri e dei corredi, le schedature. Massimo Mattetti nel suo intervento “Palma dal Cugnolo alla Turris”, ha cercato di far vedere ai presenti la zona del Palmense con gli occhi degli antichi abitanti, ricostruendo l’affascinante storia del borgo dal primo insediamento fino alla creazione dell’attuale Torre di Palme, con le sue leggende e tradizioni, come quella del vino.

Particolarmente appassionato l’intervento dell’antropologo Giacomo Recchioni, che alla realtà picena di Torre di Palme ha dedicato molti dei suoi studi, convinto che i Piceni siano stati un popolo molto forte e importante, non semplicemente gruppi di pastori che vagavano per le terre marchigiane scontrandosi ogni tanto con altre genti di passaggio. Durante gli ultimi scavi, ha sottolineato l’esperto, è stato rinvenuto, sempre in tomba femminile, uno “skeptron” uno scettro, come quelli trovati nelle famose necropoli di Pitino e Matelica, distintivo forse di responsabile di giustizia, in ogni caso bastone di comando.

Nel salutare relatori e presenti, il vicesindaco di Fermo, l’assessore alla cultura Francesco Trasatti, ha manifestato l’attaccamento dei cittadini di Torre ai ritrovamenti ed in generale al proprio borgo ed ha auspicato che in seguito agli opportuni restauri i reperti trovino al più presto una collocazione stabile per poterli ammirare, magari proprio all’interno della stessa Torre di Palme. A tal proposito si sta già pensando alla trasformazione dell’ex scuola primaria in una sala espositiva-museale permanente, connotando così Torre di Palme in un sito deputato al bello così come già “certificato” dal suo ingresso nel club dei Borghi più belli d’Italia.


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